Il biancospino

[di Simona Otranto – Erborista]

Il biancospino, Crataegus oxyacantha (sinonimo Crataegus laevigata) e Crategus monogyna, la specie più diffusa in Italia, è un arbusto o piccolo albero con rami spinosi dai meravigliosi fiori bianchi, apprezzabili proprio in questi giorni nelle campagne di tutta la penisola. Appartiene alla famiglia delle Rosaceae, la stessa della rosa, della mora, del mandorlo, del rovo, ha frutti rossi (drupe) ed è una delle piante medicinali più utilizzate ed efficaci in erboristeria per i disturbi legati alla funzionalità cardiovascolare. La droga, ossia la parte di pianta farmacologicamente attiva, è costituita dai fiori, dalle foglie e anche dai frutti. La differenza tra le parti riguarda la concentrazione relativa di alcuni costituenti, in particolare l’iperoside.

Il biancospino ha un’attività sul cuore risultante da una sinergia di diversi componenti, tra i quali, i proantocianidoli. Gli studi sperimentali hanno messo in evidenza effetti positivi sulla contrattilità del miocardio oltre ad un effetto antiaritmico accompagnato da una tossicità trascurabile (effetti collaterali irrilevanti). Le preparazioni ottenute dalle sommità fiorite hanno azione vasodilatatrice generale e ipotensiva, regolano il ritmo e la forza di contrazione del muscolo cardiaco, esercitano una buona attività sedativa sugli ipertesi e sugli arteriosclerotici. I frutti, che si raccolgono in autunno, invece, hanno attività astringente e antidiarroica per l’elevato contenuto di tannini. Non troppo recenti ricerche hanno evidenziato una certa efficacia cosmetica sulla produzione di sebo nelle pelli grasse e tendenti all’acne. 

In passato, mediante sciacqui e gargarismi, era molto utilizzato come antinfiammatorio della mucosa della bocca e delle gengive anche il decotto della corteccia della pianta. Il biancospino vanta, inoltre, proprietà sedative. Favorisce il rilassamento in casi di agitazione, stress, nervosismo, ansia. Da solo o in associazione a piante come la passiflora, la melissa, la valeriana, l’escolzia, facilita e migliora la qualità del sonno.

La forma farmaceutica più utilizzata ed efficace, nonché quella più studiata, risulta essere la tintura madre, una preparazione tradizionale ottenuta per macerazione della pianta in una soluzione di acqua e alcol. Unito all’aglio e al vischio o alle foglie di olivo è di supporto nelle terapie antipertensive. 

La peculiarità di questa pianta è che ha un effetto cosiddetto inotropo positivo (aumenta la forza di contrazione del cuore) pur riuscendo, allo stesso tempo, a stabilizzare il ritmo cardiaco (azione antiaritmica). Da notare che nei farmaci all’azione antiaritmica corrisponde generalmente un’azione inotropo negativa (diminuzione della forza di contrazione). Non sono note eventuali interazioni con altri farmaci. Da segnalare che il biancospino possiede anche attività antiossidante.

22 aprile 2023 – © riproduzione riservata

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