Il ciondolo a cuore | di Laura Russo

“La Carla”, come la chiamavano in paese, era davvero una gran bella donna, raffinata e di buon gusto. Aveva un vitino da vespa che esaltava ancora di più il suo fondoschiena, quando oscillava camminando sui fedeli tacchi a spillo, mentre i capelli neri incorniciavano con morbide onde il viso accuratamente truccato, illuminato dal rossetto rosso scarlatto preso nelle grandi profumerie durante i suoi viaggi in città.

L’eleganza dei modi e il suo italiano perfetto le davano un tale charme che al confronto anche le signore benestanti del paese sembrano scomparire miseramente. Il suo negozio di stoffe era il più bello del paese, si trovavano sete pregiate, merletti e bottoni realizzati a mano provenienti da tutte le parti del mondo. Spesso le donne si facevano consigliare da Carla per le cerimonie importanti della famiglia. Carla aveva un gusto raffinato e con i suoi originali accostamenti realizzava sempre creazioni uniche. Era rimasta signorina, nel paese si diceva che avesse amato un aristocratico inglese morto durante una battuta di caccia, uno sfortunato incidente di cui lei si rifiutava di parlare, troppo doloroso il ricordo. Custodiva una foto del suo amore nel ciondolo a forma di cuore che portava al collo e da cui non si separava mai. Durante la giornata accarezzava spesso quel ciondolo e le persone, guardandola, capivamo che in quel momento Carla stava pensando al suo sfortunato amore.

Si dedicava al lavoro con passione, lavorando dal mattino fino a tarda sera nel laboratorio sartoriale ricavato da un piccolo locale retrostante il negozio. Che peccato che una donna così bella e di gran classe non avesse più amato nessuno, rifiutando ogni possibile pretendente, ma anche per questo in paese veniva rispettata ancora di più, come quelle vedove che per rispetto e devozione restavano fedeli al marito defunto. Non era originaria di quel piccolo paese, ma ormai tutti la consideravo una di loro, le donne le confidavano le loro preoccupazioni e lei aveva sempre una parola buona per tutti. Bella e brava, “la Carla”, una donna da sposare.

Tutte le sere, appena tornava a casa apriva il suo ciondolo a cuore per dare un bacio al suo amore impossibile e poi si struccava e si toglieva i gioielli, poi si rilassava con un bel bagno caldo, dopo aver ben chiuso le ante delle finestre, del suo centralissimo appartamento.

Era il 1954 e il mondo non era ancora pronto a vedere, a capire e accettare; così, tra le mura del suo appartamento, al riparo da occhi indiscreti, Carla ritornava a essere Carlo, innamorato del suo Franco, il cui viso aveva preso posto da tempo solo nel suo cuore gioiello, uscendo per sempre dalla sua vita. Per non destare scandalo Franco aveva sposato la donna scelta dalla sua famiglia e Carlo aveva deciso di andare via, in quel paesino. E lì era nata “la Carla”.

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