Il consiglio degli assenti


Certe assenze si fanno sentire. E alla fine, dopo il consiglio comunale dell’8 giugno, durante il quale s’è approvato il rendiconto, si parla soltanto di quello: la diserzione di Valerio Longo, Gerardo Zaccaria, Francesco Marino e Bruno Amendola. Gli scontenti della maggioranza, quelli di Forza Italia e Rivoluzione cristiana, alla fine hanno optato per la linea dura, e non si sono presentati in aula. Non c’era neppure Giuseppe Provenza, a Milano per seri motivi familiari. Frondisti delusi da Angelo Cappelli: fino alla fine, infatti, quelli di FI e di Rc avevano creduto che il consigliere provinciale non avrebbe votato il rendiconto. L’ex arbitro di calcio, d’altronde, ha bluffato fino all’ultimo secondo: addirittura, poco prima della votazione, fuori dall’aula, con fare incerto si chiedeva se lasciare la sala o astenersi. La “supercazzola” di Cappelli, visto che alla fine il consigliere spende parole d’elogio per l’atto finanziario: «Faccio i miei più sentiti complimenti all’assessore Maria Catarozzo – dice – perché sta abilmente risanando i conti». Non soltanto vota favorevolmente, ma apre a sinistra, visto che, a Palazzo Sant’Agostino, prepara l’addio ai suoi Fratelli d’Italia per schierarsi con una civica affine al Partito democratico e ottenere le deleghe al bilancio e allo sport. «La nomina ad assessore di Francesca Napoli – afferma – apre una nuova prospettiva per una giunta che, al di là di Provenza, non ha colori politici». Ignora Fratelli d’Italia, insomma: «Non ho ricevuto neppure un voto da FdI alle provinciali – aggiunge – e quindi prendo atto del fatto che la famiglia dell’amministrazione di Cecilia Francese è civica». “Ci-vi-ca”, rimarca, e lo s’intende dove vuole andare a parare. In consiglio comunale, dunque, pare indebolirsi il gruppo dei tozziani, che però acquista un nuovo consigliere, perché la seduta dell’8 giugno è anche quella del subentro del neo-consigliere Gemma Caprino: «Con umiltà mi metto al servizio della comunità», dice la new entry di “Tozzi sindaco”. Auguri da parte d’ogni gruppo politico, ma non di chi non c’è. Di loro, mentre esprime la dichiarazione di voto per conto di FI, parla l’indipendente Alfonso Baldi: «Com’è strana la vita, che mi porta a parlare a nome di amici che chiedono la mia testa», commenta, dissociandosi da «un gruppo di assenti ingiustificati». Proprio gli azzurri avevano chiesto che Zaccaria lo rimpiazzasse nella prima commissione, di cui Baldi è presidente. E lui, la sera prima, aveva pubblicato un post contro i forzisti, rimuovendolo su richiesta della sindaca; lo ripropone proprio dopo le dichiarazioni in aula. «Scricchiolii che si fanno sentire», commenta il leader dell’opposizione Gerardo Motta, mentre Pino Bovi minimizza le «apparenti e sopravvalutate turbolenze». Sull’argomento, la sindaca tace, ma parla del rendiconto illustrato dalla Catarozzo: «Sono cinque i parametri che determinano il dissesto d’un comune, e noi oggi, rispetto ai canonici quattro che contraddistinguevano la situazione del nostro Comune, ne eliminiamo due». Il rendiconto, però, non piace all’opposizione, e Motta annuncia: «Lo impugneremo davanti al Tar, come gli altri documenti». Approvato, tra le polemiche dell’opposizione che lamenta dei ritardi in previsione dell’inizio del nuovo anno scolastico e la messa a rischio dei posti di lavoro degli attuali operatori della struttura, pure l’atto di indirizzo  per l’affidamento esterno dell’asilo di via Carmine Turco. E passano anche il regolamento dei “gratta e sosta”, il riconoscimento dei debiti fuori bilancio a via Avellino e lo schema di convenzione per l’adesione alla centrale unica di committenza “Sele-Picentini”. Si prende tempo sulla proposta deliberativa per l’affidamento a terzi degli impianti sportivi.

16 giugno 2017 – © Riproduzione riservata
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