Il contributo dello yoga alla psicoterapia

[di Daniela Landi – psicologa]

Lo yoga è una pratica le cui origini risalgono alla filosofia dell’India dei Veda di oltre 5.000 anni fa. Il termine yoga deriva dalla parola sanscrita yuj, che significa unire, infatti, lo yoga può essere inteso come unione della mente e del corpo, armonizzando le diverse dimensioni del sé. Non è solo una forma di esercizio fisico, ma una disciplina che integra tecniche di respirazione (pranayama), posture del corpo (àsana) e meditazione (dhyana).

Esistono molti stili di yoga, alcuni dei più conosciuti sono: l’Hatha Yoga, concentrato su posizioni e tecniche di respirazione; il Vinyasa Yoga, conosciuto anche come “flow yoga”, caratterizzato da una sequenza dinamica di asana sincronizzate con il respiro; l’Ashtanga Yoga, costituito da una sequenza fissa svolta in modo energico; l’Iyengar Yoga, focalizzato sull’allineamento del corpo e utilizza supporti come blocchi e cinture. 

Questa attività può portare molti benefici a livello fisico, sciogliendo le tensioni, tonificando la muscolatura, migliorando la postura e la capacità polmonare. Inoltre, promuove un senso di calma e di riduzione dello stress e dell’ansia, aumenta la resilienza emotiva e può aiutare nella gestione della depressione. Non c’è un’età massima per praticarlo e può essere adatto a chiunque. 

Considerando che lo scopo della psicoterapia è di aiutare le persone a conoscere sé stesse, i propri pensieri, sentimenti e bisogni, a diventare consapevoli delle dinamiche relazionali per migliorare il benessere mentale ed emotivo, la pratica dello yoga può essere un utile contributo. 

A volte le persone iniziano a esercitarsi con lo yoga perché hanno qualche piccolo disturbo fisico e dopo qualche tempo che seguono dei corsi, iniziano a notare cambiamenti nel loro approccio alla vita. L’integrazione delle posture fisiche con la respirazione sembra migliorare nei praticanti la capacità di essere consapevoli del momento presente, di notare come si sentono nel loro corpo e di sviluppare una maggiore tolleranza per gli stati emotivi e le sensazioni corporee. Si sviluppa un senso di armonia e di centratura con la sensazione di essere più connessi con la propria interiorità e con la capacità di relazionarsi con gli altri. 

La crescente consapevolezza delle sensazioni, l’aumento della capacità di regolazione degli stati interni e del controllo sul corpo contribuiscono a sviluppare la tendenza ad ascoltare i propri bisogni e un maggior senso di responsabilità per la cura di sé stessi. 

Questi aspetti dello yoga si coniugano perfettamente con gli obiettivi della psicoterapia e la loro integrazione permetterebbe una preziosa sintesi, ad esempio, stimolando la volontà di prendere decisioni per migliorare la propria salute, abbandonando abitudini dannose, e di perseguire le proprie passioni. Può cambiare la visione personale e il linguaggio che viene usato, esprimendo meno auto giudizio e coltivando l’auto accettazione.

Una maggiore capacità di regolazione delle emozioni, la consapevolezza dell’interiorità e un senso di accoglienza di sé possono facilitare connessioni interpersonali più profonde, compresa la stessa relazione terapeutica.

Facebooktwittermail