Il crisma della credibilità

[di Enzo Perrone]

Gentile direttore, 
nelle ultime settimane ho ascoltato rappresentanti politici cittadini esporre tesi delle quali non avevo mai trovato traccia nelle pur numerose fonti di informazione politica che seguo. Sarei curioso di sapere la bibliografia da cui traggono tali tesi, o se gli stessi sono redattori di scritti nei quali espongono più dettagliatamente le loro visioni. Tempo perso, immagino, per lor signori, le pagine di Cacciari, nelle quali si espone il concetto nietzschiano della politica come servizio o del sociale. 

Ho appreso che il civismo isola le comunità; che il civismo non permette di relazionarsi con gli organi regionali o centrali; che il civismo non è politica; che i partiti sono la soluzione; che il civismo non può sedersi ai tavoli istituzionali; che il civismo non può sviluppare progetti e programmazione, etc.

Evito: di elencare i membri di partito inquisiti, arrestati, condannati definitivamente; di sottolineare che le condizioni nelle quali versa la città ha radici in tempi in cui amministravano esclusivamente i partiti; di elencare le decine di amministrazioni eccellenti guidate da civici; di elencare le decine di comuni sciolti per infiltrazioni mafiose guidate da partiti; di sottolineare che i partiti non sono più rappresentativi delle istanze di un popolo, ma luoghi dove coltivare personalismi, al punto da inserire nei simboli il nome del segretario; di relazionare come la principale preoccupazione dei partiti è quella di non perdere il potere acquisito con clientelismo ed assistenzialismo; di elencare le decine di esponenti politici che hanno occupato per anni un posto in consiglio comunale, producendo il nulla; mi fermo. 

Un mio amico ha commentato: “La credibilità non la dà un partito”.
Buon futuro alla città.

Enzo Perrone

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