Il destino dei beni confiscati


Sono 124 i beni sottratti alla camorra, ma solo 43 sono stati destinati

Un bene confiscato ogni 450 metri quadri: a Battipaglia ci sono 124 immobili sottratti ai clan, ma i decreti di destinazione sottoscritti dall’Anbsc, l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, sono soltanto 43. Affidati al Comune e ad altre amministrazioni statali appena 18 appartamenti condominiali, 2 garage, 2 fabbricati industriali, un magazzino, 7 negozi, 2 ville, 4 lotti di terreno agricolo (2 dei quali con un fabbricato rurale), 2 appezzamenti edificabili e 5 porzioni di suolo indefinito.

L’ELENCO
Alla fine, sotto la guida di Angelo Mirra, l’architetto comunale responsabile, l’elenco è stato redatto. Un numero significativo, quel 124, che include i 43 beni già destinati e le 81 aree in attesa d’un decreto. Ci sono un immobile a via Belvedere, uno su piazza Ospedale civile, uno a via Marconi e un altro ancora al chilometro 73 di via Filette. Poi 5 ville: oltre a via Emilia, ce n’è una al civico 1 di via Ionio e ce ne sono altre 3 a masseria San Giovanni, in località Fiorignano. E 6 autorimesse nella centralissima via Pastore, altre 6 a via Plava, un box a via Baratta, uno a via Salvator Rosa e un altro ancora a via Domodossola. Ci sono 3 garage pure a via Hermada: qui i giudici hanno confiscato ben 46 appartamenti condominiali. Sono 40 in più rispetto ai 6 di via Marconi. E 3 alloggi a via Monfalcone, 3 pure a via Bosco I, uno a via Rosa Jemma, uno nel Parco delle Magnolie, uno a via Leopardi 33 e pure a via Sepe 16 e altri due tra via Veneto, via Brescia e via Belluno. In quel triangolo, anche 2 dei 13 beni a destinazione commerciale e industriale sottoposti a confisca: gli altri 11 sono i 2 fabbricati di via Catania e di viale Inghilterra, i 2 magazzini di via Marconi, i 2 di via Rosa Jemma 2 e di via Belvedere 122, il locale di via Gramsci, tra il civico 39 e il 45, la bottega di via Gonzaga 5A, i negozi di via Rosa Jemma 335, di via Salvator Rosa, tra il civico 60 e il 66, e un’altra unità immobiliare non ancora individuata. A via Vittorio Emanuele II perfino un’unità immobiliare per usi collettivi: ospita una scuola e un laboratorio scientifico. Altri 4 cespiti a via Bosco I. I lotti edificabili sono 5: uno è a Taverna Maratea, l’altro a via Catania 14. Poi 4 terreni a destinazione indefinita: uno è sempre in località Bosco I. Ci sono 3 porzioni di suolo con tanto di fabbricato rurale, e sono tutte a via Fosso Pioppo, e poi 3 appezzamenti di terreno agricolo a Taverna delle Rose, a Porta di Ferro e a Sant’Anna grande.

I PROGETTI
E le matite della New International Blood, scuola di architettura diretta da Luigi Centola, hanno donato all’Ente 6 progetti per il restyling d’altrettanti beni. Green squares, piazze verdi, a via Pascoli: di fronte alle Fiorentino, Anna Tufano s’immagina un nuovo asse di collegamento con via Liguori, auto in sosta e una piazza per bimbi. A Taverna Maratea, Silvia Mezzetti sogna una sala prove musicale. Per via Parmenide, Serena Asoni disegna aule didattiche ed espositive e un risto-bar tra gli orti, i frutteti e una piazza. A Porta di Ferro, Rosanna Annunziata progetta una falegnameria con 8 campi di bambù. E nella villetta incompiuta di via Emilia, Ermanno Bizzarri ci vede un centro del Piano di Zona per anziani, disabili e indigenti. Il progetto più ambizioso – costerebbe 2 milioni di euro – è di Anna Palma Cannavacciuolo: un cinema con 3 sale per la proiezione di film e rappresentazioni teatrali (nella foto) nel cantiere dismesso di via Belluno, nei pressi dell’ospedale.

7 aprile 2018 – © Riproduzione riservata
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