Il Fiaschello rinato
Parlare compiutamente del recupero di antiche varietà autoctone non è facile, a meno che non si nutra un amore viscerale per il proprio territorio, nel qual caso tutto diventa più semplice. Tenteremo di farlo raccontando l’esaltante avventura del recupero del pomodoro “Fiaschello battipagliese”. Si è cominciato a riparlare diffusamente del Fiaschello, e a riproporlo alla città, a partire dall’anno scorso. Il 2015 ha salutato la vera rinascita di questa varietà di pomodoro, che negli anni settanta era definitivamente scomparsa dalla produzione intensiva e dal mercato, ma il nostro lavoro è iniziato nel lontano settembre 2013. Lo abbiamo riportato in vita con il supporto dell’associazione Arkos. Riportare alla luce una ricchezza che fu sommersa e soppiantata dai cosiddetti “ibridi”, non è stato facile.
Ma qual è il legame tra il pomodoro e Battipaglia? Nella nostra Piana del Sele, e in modo particolare nel territorio dell’Aversana, per decenni si è coltivato il nostro pomodoro, denominato Fiaschello battipagliese, per la sua forma che ricorda un po’ un fiasco, colore rosso vermiglio, sapore dolce e gradevole, profumo intenso e persistente. Poi, arrivarono gli ibridi, e quello che era il nostro fiore all’occhiello, come per incanto svanì. Oggi, si torna a parlare di lui, grazie all’impegno di Arkos, che ne ha ritrovato i semi, lo ha ripiantato, raccolto e trasformato in varie tipologie di prodotto pronto per il consumo. Ora stiamo cercando di iscriverlo nel Registro Nazionale per la conservazione delle varietà antiche e preservarlo per le generazioni future. Intanto valenti chef e ristoratori ne hanno spesso già proposta la degustazione, con successo. Il vero cammino comincia adesso e anche questa iniziativa, supportata da qualche sponsor, potrà essere un’occasione da cogliere per la nostra collettività che dovrà, con coraggio e perseveranza, fondare nell’agroalimentare il vero modello di sviluppo economico, settore dimenticato e soppiantato negli anni ‘70 dalla chimera dell’industrializzazione.