Il luminoso esempio di Ferdinando Guarino | di Rossella Speranza
Battipaglia piange la scomparsa di Ferdinando Guarino, illustre giornalista che per sessant’anni ha raccontato la sua storia.
Ha iniziato la sua carriera nel 1947 descrivendo vicende politiche e la cronaca della provincia di Salerno per la testata Il Tempo, fino alla fine degli anni ’70, quando ha iniziato a scrivere per altre testate tra cui l’Ansa, Il Giornale, La Gazzetta del Sud, Il Corriere canadese ed Il Corriere di Salerno, diventando un punto di riferimento, nell’ultimo periodo, soprattutto per la cronaca sportiva.
Ferdinando, scomparso all’età di 95 anni lo scorso 22 giugno, è stato un uomo devoto alla famiglia, alla moglie Michela, ai figli Alberto, Elvira e Massimo e ai suoi sette nipoti, per i quali resterà esempio di libertà, audacia e compostezza. Qualità, queste, racchiuse nel soprannome con cui veniva chiamato da amici e colleghi: una “gloriosa capatosta”. Ha ricevuto nel corso della sua carriera molte onorificenze come la Croce al merito di guerra ed il Diploma di combattente per la libertà; fu Ufficiale al merito della Repubblica, oltre che vincitore di moltissimi premi professionali e personali.
Nei suoi articoli Guarino ha descritto la città che tanto ha amato come una terra ricca di risorse ma «cresciuta male ed umiliata da un malgoverno che dalla fine degli anni ’60 ai giorni nostri l’ha deturpata e defraudata» e non ha mai smesso di riporre le speranze di un futuro migliore nelle giovani generazioni. Ai colleghi giornalisti ha lasciato una grande eredità e più volte negli ultimi anni li ha esortati ad aiutare Battipaglia attraverso un sano giornalismo, mezzo imparziale ed efficace di denuncia e di proposta.
Con la sua penna ha contribuito a dare un’identità a questa città, per la quale scrisse «Alla mia Battipaglia che tanto, a volte, mi ha fatto soffrire, restituisco pagine rubate alla sua storia di cui io sono stato, nel bene e nel male, suo umile cronista».