Il Pd farà le primarie. Forse
Le primarie del Partito democratico si terranno il prossimo 10 gennaio. È questo il primo punto fermo in casa Pd. A meno che prima, le numerose anime del partito non si coagulino intorno a un nome. Per esempio, quello del segretario provinciale, Nicola Landolfi. Nel frattempo, come sempre in questa fase elettorale, i nomi si sprecano.
Da Pierino Ciotti, a Nicola Vitolo, passando per Enrico Lanaro sono numerosi i nomi di coloro i quali potrebbero prendere parte alla corsa per il titolo di candidato del centro sinistra. Parte della partita si è già giocata intorno al nome di Gerardo Motta e all’intesa che pare esservi con il sindaco di Bellizzi, Mimmo Volpe. Dopo il primo scossone, che Volpe aveva dato al partito cittadino, soltanto qualche giorno fa, il primo cittadino bellizzese aveva lanciato la candidatura di Enrico Lanaro. Un tatticismo, ancora una volta, da parte di un Volpe apparentemente interessato più alla politica battipagliese, che non a quella di Bellizzi. Lanaro, intanto, ha fatto sapere: «Enrico Lanaro non è il sindaco di nessuno e soprattutto non è il sindaco di Volpe – ha spiegato il veterinario battipagliese – ma sarà il sindaco del popolo battipagliese, se lo sosterrà». Dunque, niente primarie per Lanaro? Non è detto: «Sono disponibile a partecipare a un tavolo, al quale il Pd possa proporre le primarie – ha concluso Lanaro – anche se non la ritengo una soluzione che interessi un candidato civico come me».
La proposta Lanaro, però, pare legata alla possibile discesa in campo di Nicola Landolfi. Col segretario provinciale a capo della coalizione, tutte le anime del Partito democratico sarebbero costrette a mettersi in fila, lasciando Volpe e Motta isolati. Sui tentativi di disturbare il cammino imposto dalla segreteria cittadina del partito, è intervenuto il segretario Davide Bruno: «È inutile rappresentare ciò che non si ha, perché faremo le elezioni amministrative non altre elezioni – ha detto Bruno, riferendosi ai desideri di gloria romana di Volpe – con o senza primarie avremo un candidato unitario e altre posizioni sono espresse a titolo personale».
È della partita, poi, anche Nicola Vitolo. L’architetto ha affidato il proprio pensiero a una lunga lettera: «Io sostengo con forza che le decisioni appartengono innanzitutto alle sezioni locali – ha scritto Vitolo – esse sono nelle condizioni di individuare all’interno del loro partito un candidato unico». Tuttavia, le primarie sono da adottare solo in «ultima ratio», per raggiungere un accordo. Con riferimento alle interferenze esterne, poi, anche Vitolo non risparmia una stoccata: «Il candidato sindaco non può e non deve essere imposto – conclude l’architetto provinciale – non si sceglie per simpatia, inesperienza, gioventù, candore e chi più ne ha più ne metta».
Ultimo, non per importanza, è Pierino Ciotti. L’ex sindacalista, in un primo momento pareva non essere interessato al discorso primarie e, comunque, orientato a candidarsi anche di fronte a un risultato a lui avverso. Poi il dietrofront, ma sempre con un occhio ai movimenti interni ed esterni al partito: «Autorevoli esponenti del panorama politico affranti dall’incapacità dei battipagliesi di trovare ed essere classe dirigente vera e capace, sono pronti al sacrificio ed offrire le loro prestazioni per dare dignità politica a Battipaglia – scrive Ciotti tirando una stilettata a Volpe – Non si affannino; li ringraziamo per le loro attenzioni, li ringrazieremo ancora di più qualora si astenessero dal gioco della confusione».