Il Puc al centro dell’agenda politica
Nelle ultime settimane è finita sotto le luci della ribalta una delle più spinose questioni della città di Battipaglia: il Piano urbanistico comunale
«Rifaremo il Puc», aveva annunciato, in occasione della conferenza d’inizio anno, il sindaco Cecilia Francese. L’amministrazione, infatti, ha deciso di metter mano allo strumento di regolamentazione urbanistica e di affidarne la realizzazione a una funzionaria della Provincia di Salerno. Si tratta di Ivonne De Notaris, architetto che gode della stima e dell’amicizia della Francese.
I propositi del governo cittadino, ad ogni modo, hanno fatto storcere il naso a chi guardava con simpatia alle linee guida che l’archistar Massimo Alvisi e i giovani del gruppo Insìti avevano redatto nel 2015 per volere dei commissari straordinari Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone. Nella scorsa primavera, poi, la triade commissariale approvò ufficialmente delle linee guida che, con ogni probabilità, adesso saranno revocate.
Alvisi: «Sbagliato rifare le linee guida»
Il primo a intervenire sulla questione è proprio Massimo Alvisi. «Il lavoro alla base delle linee guida è impossibile non condividerlo: credo che sarebbe sbagliato». L’architetto entra nel merito dei contenuti: «Non posso immaginare che qualcuno non accetti l’idea della costa come ecosistema da riqualificare, del Tusciano come nuovissimo parco, dell’eredità da trasferire. Battipaglia ha tantissime ricchezze, seppur nascoste, e credo che nessuno possa desiderare di distruggerle. Dobbiamo pensare ai nostri figli e ai nostri nipoti, non al nostro giardino». Alvisi lancia stoccate anche a un altro architetto, Bruno Di Cunzolo, che è il coordinatore politico della maggioranza: «Con lui ci fu qualche screzio, ma mai da parte nostra. Ha sempre affermato che Battipaglia non ha bisogno di nuovi servizi, mentre per noi gli standard erano fondamentali fin dall’inizio. E ci fu uno scontro con Di Cunzolo anche sui patti di collaborazione, in merito ai quali non era d’accordo, ma quel che accade nelle altre città italiane ci dà ragione».
Di Cunzolo: «Il Puc di Alvisi costerebbe più d’un miliardo»
Bruno Di Cunzolo dichiara che «Alvisi compone una felice prospettiva di sviluppo, ma senza indicare con quali risorse Battipaglia potrebbe sostenerla». Sugli standard urbanistici, a detta del coordinatore, «il collega aveva preso in considerazione un dato errato circa la quantità di standard esistenti e si era fidato di un dato contenuto nella relazione redatta dall’Ufficio di Piano». In merito alla quaestio dei patti, Di Cunzolo dice che «Alvisi non chiarisce pubblicamente cosa intende per patti di collaborazione, non dice con chi aveva indicato di collaborare». E poi parla di «orientamenti comuni» in merito ad alcuni princìpi: «Tutto questo, però, lo abbiamo scritto nel 2009 nel nostro documento programmatico ed è patrimonio di idee facilmente consultabile». A Gerardo Motta, che aveva parlato di interessi privati, dice di «denunciare questi interessi», dato che «finora ha solo gettato fango senza avere alcun rispetto per il ruolo che i cittadini gli hanno conferito».
Motta: «Le strategie di Alvisi erano un buon viatico»
Il consigliere comunale d’opposizione, Gerardo Motta, spiega di non avere alcuna necessità di fare nomi in merito agli interessi celati: «Li conosciamo tutti – dice – ed è sotto gli occhi di tutti che, da decenni, ci sono delle persone che hanno forti interessi nel Piano regolatore di Battipaglia. Basta andare all’Ufficio tecnico e vedere qualche progetto per conoscere i nomi». Delle linee guida di Alvisi, dice che «sono un buon viatico», e aggiunge che «quel documento parla di recuperare gli standard urbanistici, di rivalorizzare la fascia costiera, di recuperare i servizi. Il problema più grande è che questa è una città senza servizi, perché politici e tecnici, negli ultimi decenni, ne hanno stravolto i requisiti minimi di vivibilità: è sotto gli occhi di tutti». Chiede che la maggioranza dia conto.
Vecchio: «Alvisi propone un libro dei sogni»
Per l’assessore all’urbanistica Stefania Vecchio «nel rispetto dei lacciuoli della spesa pubblica, le linee guida dell’architetto Alvisi rimangono il libro dei sogni». Aggiunge di voler «tralasciare ogni considerazione circa le modalità del conferimento dell’incarico da parte dei commissari, costato oltre 90 mila euro» e dice che del Puc di Alvisi «si utilizzerà quel che si potrà». Ed è proprio l’assessore ad entrare nel merito del nuovo Puc: «Lo realizzeremo con risorse economiche reperite nel quinquennio, e sarà redatto con esperti dell’Ufficio tecnico della Provincia, posti a disposizione dell’Ente con un accordo, visto che nella macchina comunale sono carenti le risorse umane esperte».
Francese: «Massima garanzia dalla De Notaris»
Cecilia Francese annuncia che sarà Ivonne De Notaris a coordinare l’Ufficio di piano per la stesura del Puc. «È una professionista di grande spessore, che stimo da tempo e che mi dà la massima garanzia per questo lavoro – dice di lei il sindaco – e, fra l’altro, ci garantisce coerenza col Piano territoriale di coordinamento provinciale, essendo stata fra i redattori di quello strumento. Noi l’abbiamo chiesta alla Provincia per averla a capo dell’Ufficio di piano comunale: stiamo verificando le procedure burocratiche».
La funzionaria potrebbe arrivare da Palazzo Sant’Agostino con uno scambio, e in quel caso un tecnico comunale andrebbe a sostituirla alla Provincia, con un’assunzione come dirigente comunale dell’urbanistica, o, molto più probabilmente, con un accordo coi vertici provinciali, limitando il suo mandato a quello della prima cittadina. Sarà a capo di un pool composto da dipendenti di una «struttura tecnica comunale in affanno per l’immensa mole di incombenze ordinarie», spiega il sindaco. Sulle linee guida di Alvisi, la Francese aggiunge che «non sono condivise totalmente, ma su tanti punti, ricalcano anche il programma elettorale». Non ci si confronterà con Alvisi, ma «con quello che ha lasciato». Il sindaco spezza una lancia a favore del cugino: «Di Cunzolo è mio cugino, ma è come un fratello, ed è il coordinatore della maggioranza democraticamente eletto».