Il verbasco

[di Simona Otranto – erborista]

Il verbasco, Verbascum thapsus L., conosciuto anche come Tasso Barbasso, è una pianta annuale o biennale, appartenente alla famiglia delle Scrophulariaceae. Facile incontrarla in campagna un po’ovunque, nei luoghi incolti, lungo le strade, nei campi aridi e sabbiosi: è ricoperta da una fitta peluria biancastra che rende le foglie molto morbide e resistenti tali da essere usate, in situazioni di emergenza, come carta igienica. Forma una rosetta basale nel primo anno di vita dalla quale, solo per le piante biennali, nel secondo anno, si origina un alto fusto che può arrivare finanche a due metri di altezza. I fiori che si sviluppano a partire dal mese di luglio per tutta l’estate, sono di un caldo giallo canarino. Costituiscono, insieme alle foglie, la parte attiva della pianta. Si fanno essiccare e si conservano all’ombra per evitare l’ossidazione che può compromettere il contenuto delle sostanze ad azione farmacologica in particolare: i flavonoidi (esperidina, rutina, verbascoside, apigenina, luteolina), gli iridoidi (aucuboside, catalposide, arpagide, arpagoside), olii essenziali, saponine, steroli, carotenoidi, xantofille, acidi fenolici, mucillagini. 

I fiori di verbasco hanno proprietà tossifughe, astringenti, antinfiammatorie, decongestionanti, emollienti, lenitive. Per la ricchezza di mucillagini vengono adoperati in infusi e sciroppi contro la tosse, il raffreddore, l’influenza e per infiammazioni intestinali e renali. Già ancor prima di Plinio il Vecchio vengono citate, negli antichi erbari, le proprietà addolcenti e pettorali della pianta.

Santa Ildegarda considerava il decotto dei fiori un rimedio infallibile contro la raucedine. Oltre che come emolliente e pettorale, il verbasco era utilizzato nella terapia della diarrea e nelle coliche biliari, contro il prurito della pelle e per il trattamento delle emorroidi. In particolare, i fiori, nella proporzione di 1:2 venivano riscaldati nell’olio che a sua volta era impiegato per massaggi e applicazioni. 

L’uso delle foglie è prevalentemente esterno: possono essere impiegate per decotti detergenti su pelli problematiche, piccole ferite, per cataplasmi lenitivi ed emollienti su emorroidi infiammate, foruncoli, pruriti, lievi scottature. Come per le foglie di lattuga o di cavolo, cotte nel latte, applicate sul ventre, erano utili come sedative, nelle coliche e nelle mestruazioni dolorose. 

La polvere della pianta intera essiccata veniva utilizzata per aspergere piaghe e ferite promuovendone la cicatrizzazione. Sempre le foglie essiccate erano impiegate come surrogato del tabacco e fumate al fine di calmare la tosse.

Ad oggi non sono noti effetti collaterali e le tisane a base di fiori di verbasco, in sinergia con altre piante come la malva, la liquirizia, l’altea, l’elicriso, il rosolaccio, sono riconosciute utili per il trattamento del sintomo della tosse ed efficaci come lenitive delle irritazioni del sistema digerente.

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