In Consiglio comunale il fantasma del Puc

[di Carmine Landi]

Il Consiglio comunale è tornato a riunirsi dopo quasi tre mesi. Un’attesa troppo lunga, secondo l’opposizione, che nelle scorse settimane aveva denunciato l’immobilismo amministrativo e protocollato una richiesta formale per la convocazione urgente dell’assemblea. Ma se l’aula consiliare ha finalmente riaperto le porte, il dibattito è rimasto incandescente. Al centro della discussione, il nodo urbanistico e il destino del Piano urbanistico comunale (Puc), su cui si sono concentrati gli interventi più accesi. «Non si possono chiudere gli occhi davanti a quanto sta accadendo», ha esordito Antonio Visconti (Pd), tornando sulla recente inchiesta che ha portato al sequestro d’altri due edifici. «Serve una pianificazione chiara, con regole certe, per evitare interpretazioni controverse. È il momento di lavorare seriamente al nuovo Piano urbanistico». 

Un concetto ribadito anche da Pino Cuozzo (Liberali e Solidali), che ha parlato di «dovere civile e morale» nel dare alla città una pianificazione aggiornata. «Non possiamo restare fermi mentre gli interventi della magistratura si susseguono e le incertezze paralizzano il settore edilizio», ha aggiunto. Il dibattito ha riportato in primo piano la travagliata vicenda del Puc, adottato nel 2022 e poi revocato nel gennaio 2023 per una serie di irregolarità e mancate integrazioni. Da allora, il tema è rimasto ai margini dell’agenda politica, mentre l’urbanistica cittadina continua a muoversi in un quadro normativo vecchio di oltre cinquant’anni. Se il Puc è stato il punto più tecnico del confronto, la gestione amministrativa è stata il terreno di scontro più acceso. 

A lanciare l’affondo è stato Maurizio Mirra (Civica Mente), che ha denunciato il prolungato silenzio dell’amministrazione. «Un Consiglio comunale ogni tre mesi è inaccettabile. La città è ferma: vogliamo risposte sul Piano di zona, sul Consorzio Tusciano Solidale, sulla pulizia e il decoro urbano, sull’illuminazione pubblica». Sulla stessa linea Giuseppe Provenza (Forza Italia), che ha parlato di «situazione surreale». «Abbiamo festeggiato il Carnevale e per 24 ore l’amministrazione ha cercato di distrarre la città, ma la realtà è un’altra. Si raccontano successi sui lavori della scuola Fiorentino, ma sono passati sette anni e ancora si attende la fine del cantiere». Poi l’appello ai consiglieri di maggioranza: «Perché non avete un sussulto e vi dimettete? Liberiamo la città da questo immobilismo». 

Tra i punti all’ordine del giorno spiccava la clamorosa storia di un debito fuori bilancio: una vettura noleggiata nel 1989 e non ancora pagata nonostante decreti ingiuntivi, sentenze e pignoramenti; adesso, tra penalità e interessi di mora, il Comune dovrà pagare 30 mila euro anziché 15 mila. Infine, la proposta dell’opposizione per un servizio “accoglienza” pre e post scuola è stata rispedita in Commissione, visto che sono ancora in corso le interlocuzioni con i presidi degli istituti.

Facebooktwittermail