In memoria di Alessandro Pizzuti
Carissimo Alessandro,
non è facile oggi trovare le parole per dirti il dono grande che sei stato… tu rappresenti le origini: il cammino di chi ti ha incontrato, conosciuto e amato, comincia da te. Il tempo in cui sbocciava la nostra fede e lo slancio giovane di mettersi al servizio porta il tuo nome, il suono delle tue risate, i tuoi morbidi abbracci, la tua gioia contagiosa. Quando ti accorgevi che uno di noi diventava bravo a guidare la tua macchina (come dicevi tu!), gli comunicavi orgoglioso che aveva meritato la patente, ma nessuno di noi allora sapeva che ci stavi addestrando per un altro tipo di patente, ben più importante. Hai sempre risposto alle nostre domande, anche a quelle che non ti facevamo, agli interrogativi più profondi, quelli che ci portiamo dentro… Non potremo mai dimenticare le tue formidabili catechesi… noi, ragazzi del Gruppo Tau, non abbiamo avuto una formazione in altri gruppi o movimenti ecclesiali, ma ci vantiamo nel dire sempre che il nostro catechista sei stato tu!
Quella volta in saletta, prossimi ai giorni della Passione di Gesù, riflettendo sulla Croce, prendesti tu la parola e, toccando la tua carrozzina, dicesti: “Questa è la mia croce, vedete, io porto lei ma lei porta me!”. Nessuno al mondo ce l’ha mai spiegata meglio: tu la portavi, ma lei ti consentiva di spostarti, di uscire, di fare il portiere a calcio, di ballare alle feste in maschera, di partecipare… la croce/carrozzina diventava per te strumento di vita e di salvezza. Cioè tu ci stavi dicendo che proprio lei era la tua salvezza, ci stavi svelando il Mistero della Croce e, mentre la benedicevi, ci mostravi la gioia profonda che da questo scaturisce. La tua vita in carrozzina, ad uno sguardo superficiale, è sembrata ferita, privata di qualcosa, ma è stata per noi come un foro delle Mani del Crocifisso: attraverso quest’apertura tu ci hai permesso di fissare lo sguardo su Speranze Altre, su una Felicità Altra che appartiene al Cielo! Dinanzi alla tua gioia spariva ogni motivo per essere tristi, dinanzi alla tua semplicità ogni velleità di sentirsi importanti e riusciti. (…)
Il segreto per agganciare Dio ed il Suo Amore di Padre ce l’hai svelato tu… Io lo so che adesso stai già correndo per il Cielo, stai ballando, stai giocando a calcio in attacco stavolta e stai pure guardando la Juve dall’alto, come allo stadio con il tuo Alfredo (Antonio), ma so anche che ci hai già perdonato se ci siamo sparpagliati e ci siamo persi, inghiottiti dalla quotidianità e ci stai aspettando per sederci di nuovo insieme in cerchio sulle nuvole… ma prima di questo, mi raccomando, prega per noi e, quando sarà il momento, come facevi qui, corri ad aprirci la porta, NOSTRO AMATO CAPITANO!
Un grazie sentito va anche dal profondo del nostro cuore alla sorella Rita Maria che ci ha testimoniato in tutti questi anni cosa significhi davvero sacrificarsi per amore, dare tutta la vita per amore! Grazie a lei e a suo marito Antonio per il loro amore e la loro dedizione incondizionata.
Simona Vocca
22 aprile 2023 – © riproduzione riservata