La battaglia sull’area industriale


Non basta un foglio di carta per far la pace, e lo si evince chiaramente da una rapida rilettura degli ultimi fatti politici cittadini.
Sulla questione Asi è divampato un incendio di polemiche. E in seno alla maggioranza guidata da Cecilia Francese vengono al pettine tutti i nodi d’una pace mai suggellata. Durissime accuse, da una parte e dall’altra, tanto che a leggere vien da pensare che Pino Bovi e Valerio Longo si avversino dai due punti opposti dell’emiciclo dell’aula consiliare.

Il consiglio e le denunce
È il 22 giugno: si riunisce il civico consesso. Ci sono pure i rappresentanti di Forza Italia e di Rivoluzione cristiana, la cosiddetta fronda: i vertici azzurri, non i consiglieri, hanno sottoscritto un documento di sintesi per far pace con la sindaca. Molte anime della maggioranza non ritengono sia sufficiente, e dalle parole di Bovi e dall’assenza di Alfonso Baldi lo s’intende. E lo si capirà ancor di più leggendo le dichiarazioni dei giorni successivi. Il 22 giugno, però, il capogruppo forzista Longo e quello di Etica Roberto Cappuccio intervengono pure sulla questione Asi. Chiedono, in soldoni, una rapida risoluzione del problema e un’effettiva presa d’atto, da parte degli uffici comunali, dell’avvenuto recesso battipagliese dal Consorzio Asi. Il presidente di Battipaglia nostra, Carlo Zara, lancia l’allarme: «Chi rappresenta le istituzioni – tuona – deve stare attento a non farsi condizionare da logiche legate a interessi imprenditoriali, perché chi cerca di condizionare il lavoro degli eletti è colpevole quanto l’eletto che porta in consiglio comunale istanze dello stesso». Tirerà in ballo pure l’ex coordinatore di maggioranza Bruno Di Cunzolo e un noto imprenditore dell’area industriale. E Pietro Cerullo e Vincenzo Desio esprimeranno la solidarietà nei confronti del proprio capogruppo Cappuccio.

Botta e risposta Visconti – Francese
Quelli dell’ufficio tecnico comunale ritengono ancora necessario il rilascio del nulla osta da parte del Consorzio Asi, nonostante il recesso deliberato dall’amministrazione di Giovanni Santomauro. E così, dall’inizio del 2017, il Suap non rilascia le autorizzazioni e, in una città con la disoccupazione alle stelle e una paurosa desertificazione industriale, con centinaia di posti di lavoro andati in fumo negli ultimi anni, le richieste d’insediamento degli imprenditori rimangono inascoltate. S’attende la sentenza del Consiglio di Stato sul caso Agrifina, con l’udienza che si terrà il 28 settembre. La Francese e il presidente del Consorzio Asi, il battipagliese Antonio Visconti, stavano lavorando a un protocollo d’intesa per regolare i rapporti transitori in attesa del verdetto delle toghe. «L’accordo s’è arenato», dice Visconti, che spiega: «È pronto da marzo, ma non ho più notizie dal Comune. Avremmo snellito le procedure: il Consorzio avrebbe rilasciato le pratiche attraverso Palazzo di Città. Non era a vantaggio di nessuno, ed era stato accettato. Credo che non si voglia affrontare il problema». Piccata la replica della Francese: «Il Consorzio Asi è un fardello per l’imprenditoria», tuona. E spiega che, «per il comportamento contrastante degli uffici comunali negli anni», l’amministrazione ha bloccato il protocollo, che «era un’idea emersa dopo alcuni confronti con Visconti, a valle del caso Agrifina, ma da uno studio del contenzioso e degli atti degli uffici s’è deciso di rivisitarla». Parole simili le pronuncia pure Longo, e Visconti ribatte: «Il protocollo lo avevano richiesto dal Comune ed era stato discusso col sindaco, tant’è che avevano individuato perfino la data della firma; poi le successive evoluzioni valutative non ci sono mai state comunicate». E conclude: «Anziché contestarci, facciano chiarezza tra di loro e acquisiscano i pareri dei dirigenti». La vicenda Asi, fino a qualche settimana fa seguita dall’assessore Stefania Vecchio, che pareva più propensa all’intesa, ora è di competenza di Francesca Napoli.

Gelo in maggioranza
Il casus belli è uno screenshot postato su Facebook da Carlo Zara: c’è la pagina de La Città, con l’intervista a Visconti, e c’è pure l’indicazione di un “Pino” che ha inviato il file al presidente di Battipaglia nostra. E in maggioranza succede il finimondo, perché a parer d’alcuni, in quell’immagine, ci sarebbe la prova d’un ammiccamento tra Pino Bovi e Zara. Durante una conferenza stampa con il neoconsigliere provinciale forzista Domenico Di Giorgio, l’assessore Giuseppe Provenza e Longo alludono: «In città abbiamo dei pini che sollevano la pavimentazione e dei “pini” che sollevano altro…». Bovi non ci sta, e il giorno dopo diffonde un documento, sottoscritto da Stefano Romano, Ada Caso, Rossella Speranza e Elda Morini di Noi con Cecilia e dal forzista indipendente Baldi. «Ai danni miei e di Noi con Cecilia – scrive – è in atto un meschino tentativo di infangare, da parte di molti in vista e altri ben rappresentati». E aggiunge: «Il partito di maggioranza con patentino alla coscienza critica fa del sarcasmo sul mio operato; la gaffe di FI, che ha tentato invano di farci cadere, ora va coperta da fatti nuovi, e si cerca di crearli come 12 mesi fa, costruendo fantasie per isolarmi». Longo a gamba tesa: «Alcuni civici hanno perso le corna e vanno trovando i “bovi” da noi». E poi «Bovi, se ne è capace, dovrebbe utilizzare il tempo per fare proposte e per ragionare in termini politici, e invece in dodici mesi s’è distinto unicamente per aver fatto interdizione nei confronti di coloro che fanno proposte, facendo da sponda ai pseudo giustizialisti del web». E la Francese: «Voglio che sui giornali si scriva di ciò che stiamo facendo per la città, e non di scaramucce che dovrebbero rimanere circoscritte agli incontri di maggioranza; non bisogna cedere alle provocazioni».

Foto di Gerardo Nicolino

14 luglio 2017 – © Riproduzione riservata
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