La grande bruttezza

[di Francesco Bonito]

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In tutti questi anni abbiamo sempre cercato di enfatizzare le buone notizie, valorizzando in questo modo i fatti positivi per la città e i comportamenti virtuosi dei cittadini e delle associazioni. Una scelta che, unita alla puntuale denuncia dei misfatti, dovrebbe aiutare la comunità a riconoscere, premiare, ed emulare chi la fa progredire. Tante volte è stato facile riportare delle buone notizie, qualche volta meno; ma oggi è davvero impossibile farlo chiudendo gli occhi sul degrado e la bruttezza di tanti scorci battipagliesi, deturpati dall’inciviltà dei residenti e dall’incuria o dalla negligenza dei preposti al mantenimento del decoro urbano.

Anni fa, era sindaco Gennaro Barlotti, lanciai una modesta proposta: la nomina di un assessore al decoro cittadino, lo scrissi in un editoriale su questo giornale (“L’ultimo assessore”, 9 maggio 2008), auspicando che si affrontasse in maniera concreta quello che – a parer mio – è uno dei problemi più gravi della nostra cittadina: la mancata cura del patrimonio pubblico, della cosa comune, il mancato contrasto dei fenomeni di maleducazione e d’inciviltà di una parte dei residenti (per me non meritano lo status di cittadini). La mia proposta non fu presa in considerazione nemmeno dal successore di Barlotti, Santomauro: infatti, nonostante il “sindaco civico” nominò quasi una quarantina di assessori in tre anni, non ci fu lo spazio per una delega e un’azione efficace di contrasto al degrado urbano.

Ma torniamo ai giorni nostri. Come potete vedere guardandovi intorno, la città è in condizioni raccapriccianti: scarsa pulizia, mancata manutenzione di alcune aree di verde pubblico, muri e perfino monumenti imbrattati dalle scritte di imbecilli (non chiamateli writers, per favore), aree periferiche molto trascurate, discariche abusive ai quattro angoli della città, spesso una puzza nauseabonda attanaglia interi quartieri, manto stradale pessimo in quasi tutte le strade. Se siete distratti, basta leggere questo numero di Nero su Bianco per avere un’idea di quanto il degrado sia diventato la cornice della nostra vita quotidiana.

Per questo motivo è stato difficile scegliere la foto della nostra copertina: avevamo decine di immagini emblematiche, inviate dai lettori o colte dai nostri redattori. Ne abbiamo scelta una che “fotografa” bene il fenomeno, il titolo adatto sarebbe stato: Imbecilli! Ma la responsabilità non è solo di quei quattro imbecilli che imbrattano la città, ma è di tutti noi che ci giriamo dall’altra parte, che facciamo finta di non vedere, che ci stiamo abituando a condizioni di vivibilità indecorose.

In queste settimane, grazie a un programma televisivo e alla cassa di risonanza dei social network, molti hanno sentito per la prima volta parlare della “teoria delle finestre rotte”. In estrema sintesi: se non intervieni tempestivamente a riparare un danno alla cosa pubblica, i danneggiamenti e il degrado conseguente si incrementeranno in modo geometrico, alimentando un fenomeno di emulazione negativa. Ne consegue che la responsabilità del degrado urbano è imputabile sia a chi lo provoca ma anche a chi lo tollera evitando di intervenire a riparare il danno. Perciò, in prima pagina ci siamo tutti: gli imbecilli, i cittadini distratti e gli amministratori incapaci o ignavi.

16 ottobre 2014 – © Riproduzione riservata

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