La lettera della sindaca Cecilia Francese

Cari concittadini,
vorrei che Battipaglia fosse unita, lontana dagli schieramenti, auguro per questo motivo che la manifestazione del 6 dicembre sia partecipata e pacifica. Abbiamo portato ai tavoli provinciali e regionali, con un ragionamento serio, mai fatto in precedenza nella storia di questa città, la volontà di bloccare a monte le autorizzazioni di nuovi siti di rifiuti, senza lasciare ad altri Enti le decisioni del nostro territorio. 
Da febbraio nei nostri atti avevamo proposto: l’adozione del fattore di pressione a Provincia e Regione, di dichiarare il Battipaglia area non idonea, di approvare la variante normativa sulla zona industriale, vietando di fatto l’insediamento di ulteriori aziende che trattano i rifiuti, pur non risolvendo il problema delle autorizzazioni regionali (articolo 208) in deroga allo strumento urbanistico. 
Perché c’è bisogno del fattore di pressione? Perché questo provvedimento è stato già adottato con successo in Lombardia e Calabria, e lo stesso Ministro Costa vuole farne legge nazionale per porre fine a nuovi insediamenti nelle zone già sature, come la nostra. Sapevamo già che il criterio localizzativo andava inserito nel piano regionale dei rifiuti, visto che il Codice dell’Ambiente stabilisce che la Regione definisce i criteri e la Provincia definisce le aree idonee e non idonee. La Regione aveva indicato – per ridurre i tempi – che la Provincia potesse svolgere questo lavoro con un criterio che fa riferimento alla concentrazione. 
La relazione della Provincia è incompleta, di fatto riconosce come giusto il criterio voluto da quest’amministrazione, ma non ha il coraggio, politico e tecnico, di dichiarare le aree non idonee. Le aziende di rifiuti vengono autorizzate con l’art.216 per gli impianti di recupero e con l’art.208 per gli impianti di smaltimento che vanno in deroga al piano regolatore. Per fermare queste ultime il criterio proposto teneva conto del rapporto tra quantità di rifiuti e superficie del territorio visto che il nostro Comune ha un carico insediativo molto elevato (basta pensare al solo impianto dello STIR). Del resto aver accettato lo STIR nel 2002 ha provocato l’alta concentrazione di aziende private che trattano rifiuti e che quest’Amministrazione, e non altre, sta bloccando. Abbiamo dato una forte dimostrazione di protesta presso lo STIR per essere ascoltati dalle Istituzioni responsabili degli insediamenti. Non abbiamo avuto nessuna remora pur di difendere la nostra città. Ma le soluzioni si trovano con gli atti amministrativi. Oggi le Istituzioni sono impegnate a trovare una soluzione. Purtroppo la Provincia ci comunica nella relazione che può indicare solo le aree idonee e che gli impianti di rifiuti vanno nelle zone industriali, dove ci sono già altri impianti. Ripetiamo per l’ennesima volta che non siamo disposti ad accettare un solo grammo in più di rifiuti. È ora che anche la Regione faccia sentire la sua contrarietà ad uno studio che doveva valutare il carico insediativo. 
Noi non ci fermiamo, andremo in consiglio entro il 20 dicembre 2019 per una variante sulla zona industriale; ciò non risolve il problema dell’aziende autorizzate dall’art.208 che va in deroga, ma è un deterrente per difendere il nostro territorio, così come stabilito già nei mesi precedenti. Un atto a difesa, oltre al criterio che abbiamo già indicato a Provincia e Regione e che deve avere parere favorevole in tempi rapidi. Inoltre ci aspettiamo in tempi certi che vengano avviati i lavori di bonifica delle discariche Castelluccio e Buccoli visto che grazie a questa amministrazione abbiamo ottenuto i finanziamenti per bonificare, mentre continua il lavoro della task force dei controlli sui siti pubblici e privati che trattano rifiuti. 

Cecilia Francese

6 dicembre 2019 – © Riproduzione riservata

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