La liquirizia

[di Simona Otranto, erborista]

La liquirizia, Glycyrrhiza glabra L., è una pianta perenne con un grosso rizoma da cui si sviluppano stoloni lunghi fino a due metri e radici altrettanto lunghe che costituiscono la droga. Viene coltivata in particolare nelle regioni del sud Italia (Calabria e Basilicata) e raccolta proprio in questo periodo, tra settembre e novembre, da piante che hanno raggiunto almeno i tre anni d’età. In molti la associano alle note caramelle nere, a forma di rotella o ai confetti dal gusto gradevole e inconfondibile, ignorando le straordinarie proprietà salutistiche delle radici di questa pianta, utilizzate da millenni per i disturbi gastrici. I Greci la consigliavano per la cura delle ulcere dello stomaco e gli Arabi per sedare la tosse e alleviare gli effetti collaterali dei lassativi. Parti di radice fresca, una volta puliti e decorticati, venivano utilizzati come dentirolo per i dolori da dentizione nei bambini. Ancora oggi, abitudine che non è andata del tutto perduta, la radice viene tenuta in bocca, alla stregua di una sigaretta, come aiuto per coloro che vogliono smettere di fumare. Oggi sappiamo che la liquirizia contiene, tra i numerosi componenti, un glicoside saponinico, la glicirrizina, costituita dai sali di ammonio e di calcio dell’acido glicirrizico. La glicirizzina è cinquanta volte più dolce del saccarosio, per questo la liquirizia è molto utilizzata in numerose preparazioni come aromatizzante ed edulcorante naturale per correggere il sapore amaro di altre piante.

PROPRIETÀ
La liquirizia ha proprietà antinfiammatorie e si utilizza sotto forma di decotto, generalmente abbinata ad altre piante, come la camomilla o l’altea, per il trattamento di lievi disturbi gastrici (acidità, bruciore, nausea, gonfiore allo stomaco). In passato era impiegata anche nel trattamento delle ulcere gastriche. Quest’uso è oggi superato dall’impiego di farmaci di sintesi. La liquirizia trova ancora efficace impiego come componente di preparazioni per coliti, e tisane o sciroppi sedativi della tosse. Risulta essere un buon emolliente e antinfiammatorio della bocca e delle gengive, calma le irritazioni della gola dei fumatori, schiarisce la voce, migliora l’alito. Ottimo collutorio! Nelle preparazioni cosmetiche ha proprietà schiarenti, lenitive, normalizzanti. 

EFFETTI COLLATERALI
La liquirizia ha la controindicazione di alzare la pressione sanguigna. Infatti l’acido glicirretico è un potente inibitore dell’enzima che trasforma il cortisolo in cortisone. Pertanto, aumentando i livelli renali di cortisolo, promuove il riassorbimento del sodio con conseguente formazione di edema, ipertensione e ipokaliemia (perdita di potassio). Questo effetto secondario può essere sfruttato negli ipotesi. Gli ipertesi non dovrebbero assumere liquirizia, così come anche chi è affetto da cirrosi epatica, ipokaliemia, insufficienza renale e chi si trova in stato di gravidanza.

RICETTARIO
Tisana gastrite (bruciore di stomaco)
– Liquirizia, radice 40g
– Malva, fiori e foglie 35g
– Fieno, greco semi 25g

Tisana espettorante (catarro bronchiale)
– Liquirizia, radice 40g
– Poligala, radice 40g
– Anice verde 20g

PREPARAZIONE E MODALITÀ D’USO 
Decotto: 1 cucchiaio di erbe in mezzo litro d’acqua. Far bollire il tutto a fuoco lento, coperto, per 10 minuti. Lasciare intiepidire. Filtrare e bere metà liquido al mattino e metà la sera, a digiuno.

25 ottobre 2019 – © Riproduzione riservata

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