La Marconi degli anni Settanta | di Crescenzo Marino

Correva l’anno 1973, sindaco della città era il dottor Felice Crudele, eletto dopo la ricucitura dello strappo causato dalla diaspora interna, nella Democrazia cristiana, tra i fedelissimi del senatore Bernardo D’Arezzo e quelli che facevano riferimento all’onorevole Vincenzo Scarlato. Strappo che portò alla presentazione, alle elezioni amministrative del 1970, di due liste “democristiane”: quella ufficiale che ottenne il simbolo dello scudo crociato e che faceva capo al dottor Domenico Vicinanza (area fanfaniana), e la “Pro Civitate” (la famosa “Castelluccia”, dal logo scelto come simbolo) presentata dai dissidenti, guidata da Felice Crudele (area scarlatiana). Erano, quelli, anni di grande crescita demografica per Battipaglia, (al censimento del 1951 la popolazione residente risultava essere di 16896 unità mentre a quello del 1971 era praticamente raddoppiata avendo raggiunto le 33277 unità).
La città aveva urgente bisogno di scuole e la nuova costruzione dell’edificio scolastico Guglielmo Marconi in via Serroni, all’epoca una struttura all’avanguardia, arrivò come manna dal cielo per gli studenti sempre più numerosi. Decine di aule, laboratori, aula magna per conferenze, rappresentazioni teatrali ed esibizioni musicali (per anni dirette dal professore di musica Gaetano Barbato), due enormi palestre coperte super attrezzate, campo di basket e di pallavolo, pista per l’atletica leggera e grandi spazi verdi pieni di alberi piantati, nel corso degli anni, dagli studenti del compianto professore di applicazioni tecniche, nonché consigliere comunale, il sempre elegante Giovanni Caiazza. Le classi erano finalmente diventate miste anche se l’educazione fisica, che allora si praticava per davvero, e l’applicazione tecnica erano ancora insegnate alle ragazze da una professoressa e ai ragazzi da un professore.
Ma la vera grandezza di una scuola sta soprattutto nella qualità del corpo docente. La scuola Marconi è stata, ed ancora oggi è, un luogo di confine dove ogni mattina un insegnante cerca di far passare quanti più ragazzi da una parte all’altra. Dall’incertezza, dal dubbio, dal vuoto, alla conoscenza, al sapere, al futuro, in un luogo dove non ci sono clandestini e tutti possono e devono sconfinare. E allora il pensiero riconoscente va ai tanti insegnanti che nel tempo si sono succeduti dall’alto delle loro cattedre: la professoressa di italiano Carmelina Camperlingo che ti prendeva per mano, ti toccava la mente e ti apriva il cuore; la professoressa di inglese Patrizia Liguori artefice del gemellaggio con un altro popolo e un’altra cultura; la professoressa di italiano Marisa Sansone che ti indicava dove guardare ma non ti diceva cosa vedere. La scuola media Guglielmo Marconi è un porto sicuro dove attraccare e da dove partire. Lì sono rimasti pezzi di cuori e tracce di destini inconsapevoli e sono germogliati giorni felici e indimenticabili per svariate generazioni di giovani battipagliesi.

Nella foto: la classe prima I della scuola Guglielmo Marconi, anno 1976

16 luglio 2022 – © riproduzione riservata

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