La matassa senza il bandolo

[di Stefania Battista]

È battaglia di competenze per la regolamentazione della zona industriale di Battipaglia. Le due delibere approvate dalla giunta Francese il 27 luglio scorso hanno suscitato aspettative negli imprenditori locali e le piccate risposte di Provincia e Asi. Intento condivisibile, sottolineano Consorzio e Provincia, ma procedura completamente sbagliata. Tanto che da Palazzo Sant’Agostino i due atti deliberativi vengono rispediti al mittente con la dicitura: “improcedibili”. Ma cosa conteneva la delibera voluta da Cecilia Francese su proposta dell’assessore Davide Bruno? Il via libera all’insediamento in zona industriale di attività commerciali, oltre alla decisione di uniformare le zone di Spineta e Taverna, ormai già di fatto urbanizzate. Una decisione che, come precisato dal presidente Asi Antonio Visconti e dall’architetto De Notaris della Provincia, può essere presa solo in concertazione con i due enti. Lo strumento della delibera utilizzato dal Comune non è valido perché l’ente locale manca di poteri di programmazione sui suoli Asi.
Pronta la replica della sindaca che tuona in una nota stampa: «Quello che richiede con forza il Comune di Battipaglia è che sia attivato uno dei moduli procedimentali che il quadro normativo attuale mette a disposizione, e la richiesta conferenza di servizi è il migliore: al Comune l’onere di chiedere – attraverso le delibere – alla Provincia l’obbligo di rispondere».
Ma la risposta della sindaca Francese non placa affatto la querelle, provocando una nuova replica da parte del presidente Asi Visconti che, ribadendo la scelta procedurale sbagliata da parte del Comune, invita, però alla collaborazione. Una porta aperta, insomma, della quale l’amministrazione comunale potrebbe approfittare evitando ulteriori ritardi che potrebbero danneggiare il tessuto produttivo che nelle intenzioni si vorrebbe difendere.
“Rinnoviamo l’invito al Comune ad avviare corrette procedure amministrative e urbanistiche per risolvere l’annosa questione in zona industriale. – scrive Visconti – Il consorzio ha in corso medesimi proficui procedimenti per snellire le procedure e ampliare le destinazioni con i comuni di Cava de’ Tirreni, Fisciano e Mercato San Severino. Basterebbe approfondire gli atti dei comuni limitrofi. Dopo le false aspettative e i danni provocati dal recesso nel 2011 dall’Asi, non è più tempo per scelte improvvisate e maldestre. Servono risposte certe ai problemi concreti e soprattutto serve la giusta condivisione con le istituzioni Provinciali. Non è più il tempo degli scontri e delle inutili contrapposizioni. La collaborazione e la condivisione sono un dovere per chi si propone di amministrare una collettività”.
Alla finestra, intanto, gli imprenditori, che finora hanno pagato il costo salato di scelte, o mancanza di scelte, in una zona industriale che un tempo era tra le prime della regione. 

8 agosto 2020 – © Riproduzione riservata

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