La politica da ritrovare | di Valerio Longo

Caro direttore,
il tuo editoriale “L’amico ritrovato” mette in luce ciò che ormai fa parte del DNA della nostra società, un modus operandi che rappresenta la disfatta della politica. Così, ad ogni elezione, si assiste alla transumanza di molti candidati da destra a sinistra o viceversa, per capire dove tira il vento. La sfida elettorale non si fa più sui programmi e i valori comuni, ma rappresenta solo la strada più facile per arrivare al potere e gestirlo il più a lungo possibile. Il problema è che mancano criteri di reclutamento selettivo da parte di movimenti e partiti. Manca la formazione. I corpi sociali, nei quali una volta si radicava e attecchiva la politica, adesso sono completamente avulsi da ogni tipo di impegno e così prevale l’approssimazione. Ci sono ovviamente le eccezioni, ma il punto è motivare i cittadini all’impegno civile e politico. Le prossime elezioni amministrative potrebbero essere l’occasione per risvegliare nelle persone un minimo di interesse e di passione. Un punto, che, vorrei infine sottolineare, offrendolo alla riflessione, consiste nello sforzo che, ritengo, i protagonisti di questa campagna elettorale, soprattutto i candidati a sindaco, debbano necessariamente fare per aumentare il livello del dibattito e per allontanare le tossine che da troppi anni avvelenano la politica locale. Lo sforzo di un riconoscimento reciproco tra le forze in campo, che si tradurrà poi in una legittimazione politica tra maggioranza e minoranza e che permetterà finalmente di ridurre il gap tra Palazzo e cittadini. Solo così potremmo ritrovare le ragioni della Politica e iniziare un cammino di prosperità e di sviluppo economico, sociale e culturale. 

27 febbraio 2021 – © Riproduzione riservata

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