La promessa di febbraio: sì all’impianto unico

La giunta regionale rivede la questione battipagliese: lo annuncia Volpe. Le reazioni della politica e l’ira del comitato: «Suggestioni elettorali!»

“Rimediare agli errori”: è uno dei tanti significati del verbo februare, l’etimo latino di “febbraio”. Un mese insolito, il secondo dell’anno: di consueto termina prima degli altri, ma quando c’è di mezzo la campagna elettorale ogni giorno sembra più lungo, e il tempo scorre lentamente anche quando un 29 in più non c’è. Pure se c’è qualcuno che parla di rimedi.

L’ANNUNCIO
Il febbraio battipagliese s’arroventa di domenica: è il pomeriggio del 4, e in una sala dell’hotel San Luca s’incontrano gli amici del Pd. A chiamarli a raccolta è il sindaco di Bellizzi Mimmo Volpe, un aspirante deputato: accanto a lui ci sono l’europarlamentare Gianni Pittella che punta al Senato, quel Franco Alfieri, ex sindaco agropolese candidato alla Camera che da più d’un anno è noto pure oltre i confini regionali, e Stefania Battista, l’ex portavoce del comitato Battipaglia dice no, ora addetta stampa del primo cittadino bellizzese. Un centinaio d’amici presenti e un annuncio roboante: «A Battipaglia il problema dei rifiuti non c’è», afferma Volpe, e c’è chi sgrana gli occhi ripensando ai 10mila del 23 novembre. Poi il sindaco di Bellizzi argomenta: «Fulvio Bonavitacola ha accolto le istanze dei sindaci». Un solo impianto di compostaggio tra Battipaglia ed Eboli, 35mila tonnellate annue, gestione diretta da parte dei comuni e porte aperte soltanto ai municipi della Piana: «Le quantità saranno quelle richieste dal comitato», spiega l’aspirante deputato, che rivendica dei meriti: «Dimostreremo chi difende il territorio, annunciando con Bonavitacola che il documento votato all’unanimità porterà a una giusta risoluzione del problema». E il documento ha la forma di quella delibera che il consiglio comunale di Battipaglia approvò il 16 gennaio dopo un confronto tra gli amministratori della Piana che erano a Palazzo e Cecilia Francese. E il primo cittadino bellizzese lancia qualche stilettata proprio all’endocrinologa battipagliese: «Non ho attaccato i comitati, che devono esserci e ben vengano, ma ho censurato la Francese, facendole notare che c’era chi utilizzava i rifiuti per motivazioni differenti, e spiegandole che portare le persone in piazza è inutile se non si dialoga sui tavoli istituzionali». Dello stesso avviso la Battista: «Ero arrabbiata, ma credo che alcune situazioni vadano portate sui tavoli istituzionali».

LE REAZIONI
Quando Cecilia Francese legge il giornale e apprende dell’annuncio di Volpe, si stupisce, perché l’aspirante deputato bellizzese le aveva anticipato qualcosa esortandola alla massima discrezione. «E meno male…», commenta la sindaca sorridendo. Fa spallucce sulle accuse di Volpe: «Mimmo è così…», spiega. La smorzata replica è: «In questa campagna elettorale nessuno si permetta di tirarmi per la giacchetta». Poi l’endocrinologa proclama soddisfatta «la vittoria del popolo di Battipaglia» e si dice ottimista: «Io ci credo perché era già nell’aria». Un unico sito di compostaggio, insomma: «E poi uscita dedicata, bonifica delle discariche…», ricorda orgogliosa la sindaca, che parla dell’unione che fa la forza: «Bisogna ragionare come area vasta. Avete visto come s’ottengono i risultati appena più sindaci si mettono insieme? Il dialogo istituzionale con la Regione è possibile». La Francese rilancia: «Ora si parli pure di sanità del Sele, della fascia costiera, dell’agricoltura e dell’industria». Di tutt’altro avviso è Gerardo Motta: «Io di questa gente non mi fido», tuona il leader dell’opposizione, che non crede alle buone intenzioni del vicepresidente: «Prima ci vuole riempire d’immondizia e poi, folgorato sulla via di Damasco, cambia idea casualmente a venti giorni dalle elezioni?». E lancia un appello ai battipagliesi: «In Regione ci sono gli incantatori di serpenti! Abbiamo già dimenticato il protocollo d’intesa del 2002, che nessuno ha rispettato?». La sezione dem battipagliese, invece, è soddisfatta. «Il documento tecnico operativo del vicepresidente è un passo decisivo per realizzare ciò che diciamo noi da 5 mesi: riduzione delle quantità, un unico sito per i comuni della Piana e il sub-ambito», afferma il segretario Davide Bruno. Pure l’europarlamentare Gianni Pittella s’è espresso sulla questione ambientale: «Non conosco bene la vicenda. Sono contrario alla sindrome “Not in my backyard”, ma è giusto che i cittadini siano pienamente coinvolti nelle decisioni».

I COMITATI
«Tenete in fresco lo spumante!». I no-stir non credono a Volpe ed invitano Cecilia Francese ad aspettare prima d’esultare. E nemmeno gioiscono all’idea d’un impianto unico da 35mila tonnellate, perché «una riduzione del danno non è un successo». Due giorni dopo l’annuncio di Volpe, nella storica scuola cittadina De Amicis, il comitato incontra la stampa. Al tavolo ci sono Cucco Petrone, Nunzio Vitolo, Marco Furmio e Raffaele Vitale. «Siamo nati contro l’ampliamento dell’impianto – spiega l’ex consigliere regionale Petrone – e una riduzione del danno non è il nostro obiettivo». Dice che «ci sono candidati alla Camera che s’intestano meriti che sono tutti da valutare» e invoca un atto concreto: «Siccome i quantitativi sono stabiliti da una legge regionale col Piano dei rifiuti, noi aspettiamo una modifica in consiglio regionale, o la revoca dell’appalto a Battipaglia o a Eboli». Più del documento tecnico operativo che sarà redatto da Bonavitacola, che «vale poco meno del protocollo d’intesa del 2002, quell’accordo che fu disatteso». Allo stato attuale «ci sono troppi condizionali», come dice Furmio, che invita la Francese «a incontrare una città che sta lottando per evitare l’ampliamento dello Stir», perché «la bandiera del comitato resta quella». E Vitolo: «Laddove dovessero essere accolte le richieste del comitato, si tratterebbe del giusto premio a chi in 7 mesi non ha mai abbassato la guardia, non s’è mai tirato indietro e non ha abbandonato i compagni».

IL DOCUMENTO
Ci sono nove richieste nel documento dei sindaci, approvato il 16 gennaio dal civico consesso di Battipaglia. All’unanimità, i consiglieri chiedono alla Regione di:
– rivedere il piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, facendo in modo che nella Piana non sorgano altre strutture pubbliche o private dedite alla lavorazione del rifiuto;
– realizzare un unico sito di compostaggio che accolga la frazione organica dei comuni del Sad, il Sub-ambito distrettuale;
– avviare controlli serrati sulle strutture private del rifiuto nella Piana;
– provvedere a un intervento straordinario di manutenzione e messa a norma dell’impianto di trattamento meccanico biologico, l’ex stir;
– realizzare un’uscita autostradale;
– istituire il Sad “Piana del Sele”;
– affidare il tmb ai comuni del sub-ambito;
– accogliere indicazioni alla modifica del Piano d’Ambito sulla capacità del Sad.

L’ITER
Venerdì 2 febbraio Cecilia Francese aveva scritto a Giovanni Coscia, presidente dell’Ente d’ambito, e a Gianluca Di Giovanni, l’ex segretario di “Etica” che ora occupa una poltrona attorno al tavolo del Consiglio dei rifiuti, richiedendo la convocazione dei 161 comuni che fanno parte dell’Ato. All’Ambito territoriale ottimale spetta l’ultima parola sulla costituzione del Sad. All’istanza era stata allegata la delibera dei sindaci, quella del 16 gennaio, emendata da alcuni amministratori della Piana e approvata dal consiglio comunale di Battipaglia: quell’atto è finito sulla scrivania dell’assessore regionale all’ambiente, Fulvio Bonavitacola, che in settimana incontrerà i referenti di Provincia, EcoAmbiente e Arpac e sindaci d Eboli e Battipaglia per stilare il documento tecnico. Dovrebbe essere chiuso il sito di Eboli

9 febbraio 2018 – © Riproduzione riservata
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