La psiche nel corpo
[di Daniela Landi, psicologa]
L’indagine di una possibile relazione tra la psiche e il corpo trova la sua origine nelle intuizioni e negli studi dello psichiatra austriaco Wilhelm Reich che, nei primi decenni del secolo scorso, si allontanò dalle teorie della psicoanalisi del suo maestro Sigmund Freud, per occuparsi del rapporto tra mente e corpo. Attraverso le sue pioneristiche indagini approfondì l’analisi del carattere di una persona e il suo atteggiamento corporeo, intuendo che il corpo e la mente possono essere uno il riflesso dell’altro.
Partendo dalla psicosomatica, con la quale si esplorano degli aspetti di rigidità del proprio corpo che possono portare informazioni preziose per individuare una possibile causa di natura psicologica, si possono approfondire vicende interiori, emozioni nascoste, esperienze passate, con la conseguenza di ottenere un’accresciuta consapevolezza di sé.
Sulla base degli studi di Reich, i suoi allievi – in particolare lo psichiatra statunitense Alexander Lowen – hanno sviluppato il modello teorico della bioenergetica, una psicoterapia ad orientamento psicosomatico, che cerca di contattare e sciogliere le resistenze a livello muscolare per elaborare il loro contenuto simbolico a livello psichico. Un lavoro psico-corporeo che agisce sulle emozioni e il benessere psichico.
Quanto può essere difficile ascoltarsi e sentire cosa sente il nostro corpo nella realtà che viviamo così ricca di stimoli esterni? Gli impegni del quotidiano, i media e i social ci riempiono le giornate di notizie e informazioni, a volte utili, ma spesso solo confondenti, che ci lasciano stanchi e con sensazioni sempre più ambigue. In questa prospettiva, avviare un percorso di contatto con il proprio corpo, può essere un mezzo per decodificare cosa proviamo, per ascoltare i nostri disturbi e un eventuale loro messaggio.
Gli approcci di psicoterapia possono essere tanti e diversi, in quelli ad impostazione psicosomatica, si parte dal verificare il proprio radicamento alla terra, dallo scoprire il nostro respiro, quali movimenti nel corpo ci portano a irrigidire la schiena, il collo, le gambe. Un ritorno a sé per prendere coscienza e liberarsi da quelle tensioni che tengono quasi prigionieri ricordi, traumi, dolori, delusioni.
Tempo fa, in una seduta di psicoterapia con una giovane donna che soffriva di disturbi del comportamento alimentare, cui si accompagnavano forti dolori addominali, si propose proprio un lavoro psicosomatico; attraverso degli esercizi della bioenergetica la paziente cominciò a esplorare quelle tensioni nell’addome che le procuravano dolore e l’ansia di gestire quel vuoto interiore che alterava il suo rapporto con il cibo. Ricominciando a sentire il corpo, riprese a distinguere i differenti stati d’animo e a rappresentare i suoi bisogni.
Si tratta di un percorso che richiede tempo. Per riprendere il contatto con tutte le funzioni del corpo, recuperando il senso della propria autenticità e libertà di essere se stessi, è necessario abbandonare gli atteggiamenti di difesa per aprirsi alla vita e all’amore.
Nella foto: Wilhelm Reich
11 marzo 2023 – © riproduzione riservata