La psicologia aumentata
[di Anna Lambiase – psicologa*]
Siamo sempre più “mentalizzati” e proiettati verso la realtà virtuale e le tecnologie d’avanguardia che si sono estese in vari ambiti della nostra quotidianità, da quello scolastico a quello artistico e sanitario. Da anni numerose ricerche neuroscientifiche hanno evidenziato i benefici dell’applicazione della realtà virtuale nei casi di disturbi di natura psicologica, come i disturbi d’ansia o i disturbi dell’umore, mediante i protocolli della psicologia aumentata, che consistono in esperienze immersive dalla durata di dieci minuti circa, con l’utilizzo di un visore in 3D. l’Università Cattolica del Sacro Cuore sta studiando i benefici a breve e lungo termine di questo innovativo strumento, al fine di creare esperienze di trasformazione vere e proprie, supportando il percorso psicoterapeutico, favorendo il pensiero esplorativo e riducendo la stimolazione dell’amigdala (la porzione del cervello mediatore nelle emozioni e che innesca fenomeni quali la tachicardia o il rilascio degli ormoni dello stress), producendo una maggiore elaborazione dei propri vissuti, soprattutto quelli di natura poli traumatica.
L’efficacia di questi strumenti sta diventando sempre più consistente, al punto che vengono utilizzati nei casi di dipendenze da droghe e alcool, o nei disturbi alimentari. Inoltre, grazie a esperienze trasformative studiate ad hoc, l’intervento si sta estendendo nei casi di separazione coniugale altamente conflittuale, in quanto diminuiscono notevolmente gli alert della rabbia.
Sappiamo bene che la vita attuale conduce a livelli di stress notevoli e che i malesseri psicofisici sono causati principalmente da tutti quegli stimoli esterni che mettono in continuo allarme il nostro sistema nervoso centrale. La psicologia sta abbracciando da tempo l’universo digitale, sfruttandone gli aspetti positivi, come: costruire una migliore alleanza terapeutica tra psicologo e paziente, migliorare il rapporto con la tecnologia senza eccedere nella dipendenza (lo strumento viene utilizzato in contesto protetto, previa raccolta anamnestica), stimolando delle aree cerebrali per aumentare il benessere psicofisico e per ridurre i livelli di stress che interferiscono con le funzioni cognitive usate nel nostro quotidiano, quali memoria, attenzione, percezione multisensoriale.
*psicologa, psicoterapeuta familiare
25 marzo 2023 – © riproduzione riservata