La storia infinita 

[di Carmine Landi]

Non c’è pace in via Domodossola. L’eterno cantiere, ripartito l’anno scorso, è stato nuovamente fermato per presunte irregolarità rilevate a Palazzo di città. Il dirigente dell’Ufficio tecnico municipale, Carmine Salerno, ha ordinato la sospensione immediata dei lavori all’ultradecennale scheletro che domina la villa comunale Ezio Maria Longo. Giovanni Lanzetta, patron della Servizi & Sviluppo, società che ha rilevato il fabbricato all’asta, ha impugnato l’ordinanza dinanzi al Tar. I giudici della Seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Nicola Durante, hanno accolto la richiesta di dimezzare i termini per la fissazione della camera di consiglio, durante la quale i giudici decideranno se congelare o meno il provvedimento comunale. 

L’ordinanza, firmata il 23 dicembre scorso, è l’ultimo capitolo di una lunga vicenda iniziata nel 2010, quando lo scheletro fu sequestrato alla Sian. Nel 2018, in Corte d’appello, arrivò il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Nel frattempo, i Lanzetta, estranei alla vecchia proprietà, avevano comprato all’asta lo scheletro. E lo scorso anno vinsero una battaglia giudiziaria prima davanti al Tar e poi al cospetto del Consiglio di Stato, dimostrando l’inefficacia del diniego comunale alle ultime richieste di permesso di costruire perché tardivo. Nel frattempo, insomma, s’era formato un silenzio assenso. Dopo 14 anni di abbandono, il cantiere si era rimesso in moto. Fino a dicembre scorso, quando i tecnici comunali e la polizia municipale hanno ispezionato l’area dopo che in Comune è pervenuta una Scia in variante al permesso di costruire.

Secondo il progettista Enrico Erra, le modifiche – prospetti rivisti e copertura a falde anziché il lastrico solare – non comportavano incremento volumetrico. Una tesi respinta dall’Ufficio tecnico, che ha rilevato un ampliamento delle superfici di solaio e l’aggiunta di balconate, definendo gli interventi una “rilevante modifica” che richiederebbe una nuova istanza di permesso di costruire. Carmine Salerno ha preannunciato misure definitive, previste dal Testo unico dell’edilizia, ma prima sarà il Tar a pronunciarsi. Lanzetta punta all’annullamento degli atti comunali, mentre il fabbricato resta fermo, simbolo di un contenzioso che sembra non avere fine.

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