La storia sotto i piedi

[di Francesco Bonito]

La notizia è di quelle che meritano senza dubbio la copertina: ritrovati resti di una necropoli romana del III secolo d.C. sotto l’asfalto della Strada Statale 18. Si tratta di diverse sepolture, spicca un sarcofago in marmo (maggiori dettagli nell’articolo dell’archeologa Eliana Ferraioli, a pagina 7). Il sito è a meno di dieci metri da un distributore di carburante (corsi e ricorsi), a due passi dal palazzetto Zauli e dalla villa comunale. Archeologi e funzionari della Soprintendenza concordano che la necropoli potrebbe estendersi sotto l’area di servizio e lungo il tracciato della Statale. Una bella scoperta che ha riempito d’orgoglio tanti battipagliesi che, nelle piazze reali e virtuali, hanno gridato con soddisfazione: “Visto? E poi dicono che Battipaglia non ha storia!”. Stupore e orgoglio, sentimenti preziosi per una comunità che andrebbero coltivati, incoraggiati. Si potrebbe, anzi, si dovrebbe cogliere l’improvviso interesse verso la nostra storia promuovendone lo studio. Gli strumenti e le occasioni non mancano: solamente negli ultimi anni sono stati pubblicati cinque libri sulla storia di Battipaglia, tutti meritevoli di essere letti. Ci sono associazioni – cito ad esempio Historia Nostra e le due Pro Loco, ma ce ne sono altre – che con frequenza organizzano interessanti eventi dedicati alla storia locale. La nostra storia è documentata, accessibile; più che “gridarla” come un coro ultrà contro i “popoli confinanti” andrebbe conosciuta; più che rivendicarla bisognerebbe studiarla. E rispettarla. Proprio perché “Battipaglia ha una storia” bisognerebbe aver cura di tutto ciò che la rievoca, riportare alla luce ogni traccia del passato. Nel tentativo di ricostruire un ideale percorso comune, pietra angolare di ogni comunità, la riscoperta delle “radici” e la conservazione dei luoghi della storia hanno un ruolo fondamentale. Non averlo compreso negli ultimi 50 anni, avendo “perso” per sempre il complesso monastico di San Mattia, il Castelluccio, la fabbrica Baratta, la scuola elementare De Amicis e tanto altro, è imperdonabile. 

Su questo numero si parla anche del progetto Bubalus. L’intenzione è ottima, c’è perplessità sulle scelte. Giusto e lodevole riqualificare la rotatoria all’uscita dell’autostrada; oggi un luogo abbandonato, pessimo biglietto da visita di Battipaglia. Credo che tutti condividano l’obiettivo. Il progetto presentato dagli assessori Cerullo e Mirra fa riferimento al concetto d’identità, un tema che per definizione coinvolge l’intera comunità; ritengo, di conseguenza, sia doveroso concordare non solo sul fine, ma anche sui mezzi scelti. Così, per capire se condividessi la proposta deliberata dalla Giunta comunale, ho provato a rispondere a tre domande. Le scrivo qui.
I battipagliesi sono conosciuti e dovranno essere ricordati come allevatori di bufale o come i più bravi a fare la mozzarella e a venderla in tutto il mondo? Vorrei che Battipaglia fosse riconosciuta in Italia come la “città della mozzarella” o come la “città della bufala”?
Se volessi fare trekking (sic!) o se volessi accompagnare un bambino a giocare all’aria aperta, sceglierei una rotatoria al centro di uno svincolo autostradale (sotto un cavalcavia percorso da migliaia di veicoli al giorno)? Le vostre risposte sono più importanti delle mie.

21 ottobre 2023 – © riproduzione riservata

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