Labora tra sogno e realtà


È terminata da pochi giorni la quinta edizione di Labora, che s’è svolta dal 6 al 10 settembre nella Villa comunale di via Domodossola, a Battipaglia.
Labora nasce grazie alla passione di un gruppo di persone che ha saputo interpretare la necessità di momenti di aggregazione e formazione in città, mettendo a disposizione di adulti e bambini la competenza e l’esperienza di tanti professionisti battipagliesi che hanno donato in quest’occasione il proprio tempo, scegliendo uno spazio condiviso e proponendo laboratori sulle più svariate discipline, fino a creare degli eventi artistici musicali e teatrali.
Benedetto Battipede, tra gli organizzatori fondatori dell’evento, ha raccontato come anche quest’anno Labora sia riuscito ad essere coerente con gli obiettivi delle precedenti edizioni. L’intento principale, che ne ha decretato il successo, attirando sempre più visitatori e partecipanti, non è quello di limitarsi a divulgare informazioni. L’idea di socialità alla base della manifestazione ha cercato anno dopo anno  di colmare quel vuoto relazionale che caratterizza spesso la vita dei centri urbani, nei quali si vivono i contatti umani come strumentali anziché come occasione di crescita personale, oltre alla manifesta assenza di infrastrutture idonee ad ospitare tali iniziative.
«Il format dell’evento – racconta Battipede – è stato concepito ponendo al centro le necessità di aggregazione, di familiarità e di disponibilità delle persone partecipanti creando un vero e proprio calderone di esperienze, idee e emozioni che, vissuti nella manifestazione, hanno saputo trasmettere alle persone la bellezza di poter donare del tempo e di poter condividere il ricordo di giornate nelle quali, oltre all’apprendimento ed all’avvicinamento a nuove discipline, si è potuto vivere in connessione con gli altri partecipanti, sperimentando come la stessa modalità di fruizione dei laboratori possa fungere da serbatoio per la crescita e la valorizzazione di quel senso di umanità che ci rende uomini e non semplicemente persone».
Umanità che si è espressa e raccontata attraverso i temi dell’arte, della musica, delle attività sportive e dell’ambiente fino ad arrivare a quelli del benessere, dell’artigianato, del lavoro, e delle tradizioni e dei giochi che hanno coinvolto i tantissimi bambini presenti che con emozione hanno seguito il percorso formativo a loro dedicato.
Sottolinea ancora Battipede: «Auspichiamo che tali occasioni di incontro e di esperienze non siano fruibili soltanto per pochi giorni l’anno. Sarebbe la realizzazione di un sogno iniziato con la Città dei Ragazzi inventata anni fa proprio da mio padre, il compianto Carmine Battipede, in maniera tale da poter fruire di un luogo permanente al quale l’intera cittadinanza possa far riferimento per poter condividere dei momenti di crescita culturale e morale. Proprio quando Battipaglia vive una crisi di identità dovuta ai tanti mali che la affliggono. Tutto ciò, coltivando la speranza che anche l’amministrazione possa comprendere e sostenere questa manifesta carenza di spazi vitali per la cittadinanza che sta sfociando in emergenza sociale e degrado civico».

Foto di Alberto Tafuri

22 settembre 2017 – © Riproduzione riservata
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