Landolfi: il Partito democratico sosterrà Lanaro
In un’intervista esclusiva il segretario provinciale del Partito democratico svela i retroscena delle primarie: la trattativa, la mediazione fallita e lo strappo
Il Pd compone la coalizione, il Pd favorisce le primarie, il Pd le perde. Un quadro curioso, di fronte al quale il segretario provinciale di partito, battipagliese d’adozione, si sarà sicuramente interrogato. Passate due settimane dalle primarie, qual è la sua analisi?
«Ho lavorato fino alla fine di febbraio per scongiurare le primarie. Non mi preoccupava l’esito e chi le avrebbe vinte, ma le polemiche che ne sarebbero conseguite, comunque. Il Pd di Battipaglia non ha preferito un candidato dei quattro piuttosto che un altro: si è divisa. Per questo adesso è giusto riconoscere l’esito delle primarie e fare tutti insieme una forte lista di partito».
Forse il Partito democratico paga l’eccessiva frammentazione, con due candidati, che alla vigilia erano addirittura in tre, a sottrarsi voti. Come mai non è stato possibile far sintesi tra i dem? «La divisione nel Pd di Battipaglia è un dato politico non risolto all’ultimo Congresso e non riguarda solo i due candidati cui lei fa riferimento. Ci sono una diversa visione e un diverso giudizio sul recente passato che nessuno ha risolto con una sintesi unitaria. C’è poi un problema più di fondo, che riguarda l’intera comunità cittadina, non solo il Pd: divisa, rissosa, frammentata».
Com’è venuto fuori il nome di Nicola Oddati? Sono stati fatti dei tentativi per trovare un accordo sul suo nome? Come mai non sono andati a buon fine? «Il nome di Nicola Oddati circola da tempo. Il direttivo cittadino lo ha proposto come candidato unanime. Ha prevalso
l’aspirazione degli altri candidati a misurarsi e la scelta che la segreteria cittadina, in piena e legittima autonomia, ha fatto per rappresentare tutto il partito locale. Ho chiesto a Ciotti, a nome del gruppo dirigente, di favorire la candidatura di Oddati. Ciotti ha deciso legittimamente di andare avanti, credo anche per una sorta di dovere morale verso la sua associazione e sé stesso».
La direzione provinciale del Pd ha già deciso di stare dalla parte di Enrico Lanaro. Cosa pensa del veterinario? «Il Pd regionale e provinciale sosterrà Lanaro. Lo conosco poco ma mi sembra una persona perbene e popolare. È un professionista, libero dai condizionamenti della politica. Deve rimanere tale. Noi possiamo offrirgli alleanze territoriali, rapporti istituzionali, equilibrio politico ma a condizione che lui promuova una totale rigenerazione della città dal suo male atavico, il trasformismo».
E ora, secondo lei, cosa dovrebbero fare Pietro Ciotti e Nicola Oddati? «Ciotti e Oddati dovrebbero essere i due maggiori sostenitori e promotori della campagna per Lanaro. Dovrebbero implementare le loro energie e le loro forze nel comitato per Lanaro sindaco e guidare il nuovo Pd alle prossime elezioni».
Come giudica l’operato della direzione cittadina? Il segretario Bruno ha delle responsabilità nella sconfitta? «Non c’è nessuna sconfitta. La segreteria cittadina ha lavorato bene, forse esagerando solo un po’ nelle virtù taumaturgiche delle primarie, che non potevano risolvere la questione vera. La linea del partito. Che non può essere un giudizio storico politico sul passato, ma quello che si vuole fare qui e ora e con chi. La segreteria va incoraggiata, però».
Cosa sarebbe successo con Nicola Landolfi candidato sindaco? Perché, alla fine, non se ne fece nulla? «La mia candidatura era un’idea politica. All’esterno sarebbe stata di gran lunga la proposta più forte. Per qualche settimana ci ho pensato sul serio, perché questa oramai è la mia città. Non è andata così, e i fatti mi hanno dato ragione, perché non avrebbe risolto la divisione interna al Pd. Ha prevalso il mio senso di responsabilità rispetto al ruolo e la decisione di privilegiare quegli iscritti che volevano misurarsi in prima persona. Il senso del partito e l’unità sono le stelle polari della mia azione quotidiana ed è per questo che provo stupore quando mi vedo attaccato. Potevo candidarmi e non l’ho fatto! Cosa avrei dovuto fare di più?»
Quale futuro per il Pd battipagliese? «Seguirò molto da vicino il Pd di Battipaglia. Insieme ai più giovani, seminando con la lista per le elezioni di giugno, cominceremo a costruire la fisionomia di un partito moderno e popolare. Un impegno costante, non finalizzato soltanto al momento elettorale, che spesso diventa un mercato. Qualcosa che aggreghi le giovani energie migliori. Anche Battipaglia avrà un Pd all’altezza delle sue esigenze e delle sue virtù».
Nella foto: Il segretario provinciale del Pd Landolfi