L’ippocastano di Primo Levi
[di Simona Otranto – Erborista]
Cuore di legno
Il mio vicino di casa è robusto.
È un ippocastano di corso Re Umberto,
ha la mia età ma non la dimostra.
Alberga passeri e merli, e non ha vergogna,
in aprile, di spingere gemme e foglie,
fiori fragili a maggio,
a settembre ricci dalle spine innocue
con dentro lucide castagne tanniche.
È un impostore, ma ingenuo: vuole farsi credere
emulo del suo bravo fratello di montagna
signore di frutti dolci e di funghi preziosi.
Non vive bene. Gli calpestano le radici
i tram numero otto e diciannove
ogni cinque minuti; ne rimane intronato
e cresce, storto, come se volesse andarsene.
Anno per anno, succhia lenti veleni
dal sottosuolo saturo di metano;
è abbeverato d’orina di cani,
le rughe del suo sughero sono intasate
dalla polvere settica dei viali;
sotto la scorza pendono, crisalidi
morte, che non saranno mai farfalle.
Eppure, nel suo tardo cuore di legno
sente e gode il tornare delle stagioni.
Primo Levi, Ad ora incerta, Garzanti, 1984
Questa la meravigliosa poesia scritta da Primo Levi (dedicata all’albero di ippocastano di corso Re Umberto) che ha ispirato “l’albero di Primo Levi”, primo monumento verde della città di Battipaglia, piantato nel Giorno della Memoria in onore e ricordo dello scrittore.
L’idea, nata all’interno del gruppo delle associazioni promotrici della seconda edizione Primo Levi e la città di Battipaglia, è una delle iniziative Invasioni Botaniche ed è stata realizzata grazie all’associazione Le Marianne che ha promosso e finanziato la piantumazione dell’albero nella villa comunale in via Belvedere, in prossimità della panchina dedicata allo scrittore. Con questo intervento verde, che ha avuto il benestare dell’amministrazione, si concludono per quest’anno tutti gli eventi, iniziati il 13 dicembre, dedicati a Primo Levi.
L’albero d’ippocastano sostituisce di fatto un cedro abbattuto dal vento pochi mesi fa. Ha un duplice valore: ambientale e culturale. Colma un vuoto fisco giustificandolo con il suo alto valore simbolico. Non avrà radici calpestate dai tram ogni cinque minuti, non sarà intronato dal rumore, non crescerà storto. I suoi rami ospiteranno farfalle e nidi. Godrà il tepore della primavera e noi, tra qualche anno, godremo della bellezza dei suoi fiori.
L’ippocastano, Aesculus Hippocastanum L., è una pianta meravigliosa, può raggiungere i 30 metri di altezza, presenta un portamento elegante e imponente e sviluppa una chioma piramidale o tondeggiante che può arrivare fino a 10 metri di diametro. Oltre ad essere utilizzata come ornamentale, rientra anche tra le piante officinali e medicinali. In fitoterapia, infatti, vengono utilizzati i semi e la corteccia dei giovani rami. Tra le sostanze contenute la più importante è conosciuta come escina. Un miscuglio di eterosidi complessi che agiscono sul tono venoso e a livello dei capillari, rinforzandone la resistenza e diminuendone la permeabilità. Preparazioni a base di ippocastano sono utilizzate nel trattamento della fragilità capillare cutanea, nell’insufficienza venosa degli arti inferiori e nella sintomatologia emorroidaria. L’escina è altresì utilizzata come antiedematoso nell’insufficienza venolinfatica.
29 gennaio 2022 – © riproduzione riservata