E lucevan le stelle

[di Francesco Bonito]

Dovremo fare i conti con il Movimento 5 stelle, tutti. Resta solo da capire se Grillo & Co. parteciperanno alla vita parlamentare secondo le consuete dinamiche politiche e la consolidata prassi costituzionale oppure se preferiranno sfruttare il vento favorevole e agire tatticamente con un preciso obiettivo: incrementare il consenso nel Paese per prendere più voti alle prossime (vicine?) elezioni politiche. Lo capiremo presto e forse sulla nostra pelle. Ci sarebbe tanto da scrivere sull’ascesa del Movimento 5 stelle e su una campagna elettorale da televoto: ho visto gli elettori trattati come telespettatori, i leader delle coalizioni agire come concorrenti di una sorta di talent show televisivo e ho ascoltato un lessico che rimandava all’immaginario della competizione sportiva (la rimonta, il sorpasso, il ritorno del fuoriclasse). Telespettatori-elettori a cui non restava che scommettere sul vincitore, più che votare. Lontano da questo ring televisivo, in Rete e nelle piazze, Grillo abilmente raccoglieva la protesta dei cittadini esasperati e interpretava il ruolo (come del resto Berlusconi) che ha spesso affascinato gli Italiani: il salvatore della Patria. Risultato: il Pdl e il Pd hanno perso milioni di voti, anche se per i telespettatori del reality Bersani è un perdente incapace e Berlusconi un eroe che ha sfiorato l’impresa. Miracoli della comunicazione. La netta vittoria di Grillo costringerà tutti a misurarsi con una serie di riforme non più eludibili, imporrà maggiore trasparenza, l’avvio di un processo di moralizzazione della politica e il varo della nuova legge elettorale. Questo a livello nazionale. E a livello locale? La copertina è eloquente. Il Movimento 5 stelle, senza consiglieri comunali né assessori, è il secondo partito in città; l’Udc con un sindaco fresco tesserato (ricevuto a Roma da Casini in persona), otto consiglieri e cinque assessori ha raccolto alla Camera 466 voti (un misero 1,66%). Questo basta a fotografare quanto una certa politica sia diventata non solo vecchia, ma ormai sepolta. Anche se le chiavi di lettura sono sempre due: è una bocciatura della maggioranza oppure un altro successo del sindaco che, dopo aver indebolito vari partiti, è riuscito a distruggere anche l’Udc? Il lavoro è quasi completato: il Pd assomiglia sempre più al “bisbetico domato”, l’Udc è ridotto a percentuali da partito delle casalinghe e i suoi consiglieri sono pronti a ricollocarsi altrove. Santomauro, grazie al suo divide et impera, si è costruito un’autostrada sulla quale farà correre le sue liste civiche piene di fedelissimi (solo con i componenti dello staff ne riempirebbe un paio), soprattutto se il centrodestra non sarà in grado di scegliere un leader riconosciuto da tutti, eventualità tutt’altro che remota visto che sono in tanti a coltivare l’ambizione o la velleità di essere candidati sindaco. E poi c’è Cecilia Francese e c’è il Movimento 5 stelle, che ho difficoltà a collocare secondo il tradizionale schema destra-sinistra, ma che potrebbero riservare sorprese. Sono ancora lontane le elezioni amministrative, ma credo che siano vicine le settimane nelle quali si costruiranno la vittoria e la sconfitta.

7 marzo 2013 – © Riproduzione riservata

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