Medio in Italy

[di Ernesto Giacomino]

E ok, qua non vale più nemmeno il detto del saggio che indica la luna e lo stolto che guarda il dito: è una metafora che a lungo andare s’è svilita, banalizzata. Ormai lo stolto al saggio lo snobba, lo deride, lo discrimina, figurarsi se può accettarne consigli o lezioni. Oggi per lo stolto la luna tutt’al più è un occhio di bue potentissimo sparato dal tecnico delle luci del solito Kubrick: semplicemente – innegabilmente – non esiste. Così come i punti di vista, gli approcci critici, il contraddittorio, l’ammissione dell’evidenza. Si è ormai tornati ai dogmi da Inquisizione e alle verità trascendentali: l’indimostrabile che diventa culto perché necessita di meno prove (zero, proprio) del dimostrabile.
Non stupirà, quindi, che all’indomani dei numerosi arresti – di gente perfettamente italiana – nell’intera Piana del Sele per sfruttamento, estorsione e riduzione in schiavitù ai danni di manodopera extracomunitaria, si stia gradualmente alzando la cresta del consueto gruppo di giannizzeri che s’indignano al contrario, santificano gli sfruttatori, rimettono giù la solfa stantia d’una chissà quale invivibilità e destabilizzazione sociale conseguente al fenomeno migratorio. Perché gli hanno svaligiato casa, dice uno. Perché m’hanno scippato davanti alle poste, dice l’altro. Perché mi si sbronzano sotto casa e schiamazzano una notte intera, rincara l’ennesimo. La convinzione, insomma, che un delinquente o un balordo siano tali esclusivamente perché appartenenti a una determinata etnia, e non perché viviamo in territori scarsamente presidiati, che danno a chiunque, senza leggergli sul passaporto, quel minimo di possibilità di fare danni al prossimo e restare impunito.
Perché, in verità, le case ce le svaligiano da millenni, gli scippi alle poste sono un cult da quando esistono le poste, i balordi sbronzi e schiamazzanti hanno riempito enciclopedie di letteratura e cinematografia. Se hai una macchina ferma col motore rotto, insomma, conta poco che lingua parli chi viene a bucarti le ruote: non camminerebbe comunque. Ma la politica è ormai un erogatore industriale di fumo negli occhi, per cui viene ottima per sbandierare a volume massimo soluzioni radicali ai problemi ritenuti più urgenti dal malcontento popolare: l’importante, sempre e comunque, è tacerne le cause. Se dici a un cittadino di curarsi privatamente perché il sistema sanitario pubblico non è in grado di farlo provochi una rivoluzione, ma se gli dici di difendersi da solo contro i ladri in casa ricevi ovazioni e istanze di beatificazione. In realtà entrambe sarebbero imbarazzanti ammissioni di inadeguatezza da parte dello Stato, ma siccome alla gente non piace ammalarsi ma piace sparare, la seconda – oltre a non suscitare proteste – la si può addirittura spacciare come indice di un’efficienza senza precedenti. Nessuno, da lì in poi, penserà più all’insufficienza della spesa destinata alle forze dell’ordine, agli agenti sottopagati, all’organico carente, alle volanti con la benzina razionata, agli uffici senza fogli per stampare. Togli questo, e il gioco è fatto: signori, bando ai malpensanti, noi facciamo un eccellente controllo del territorio. L’importante, però, è che ci restiate tutti italiani.

23 marzo 2019 – © Riproduzione riservata

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