Miasmi, Eboli tace
Da mesi, a Battipaglia, si parla di miasmi e odori molesti. “La puzza sotto al naso”: se ne scriveva su queste pagine due settimane fa. E c’era la flebile speranza di non ritrovarsi a parlarne nuovamente pure su questo numero, perché due settimane, è vero, non sono molte, ma chi crede sa che qualcuno, in quattordici giorni, sarebbe stato in grado di crearci due mondi e di ritagliarsi anche due giorni per il riposo. Quello lì, che a Eboli ci si è pure fermato, avrebbe dato di sicuro una mano agli amministratori: d’altronde, fu grazie a lui che Lazzaro resuscitò, e pure allora c’era chi si lagnava, perché il morto risorto non emanava di certo un buon profumo. I miasmi di Lazzaro, in confronto ai quali quelli di cui si parla a Battipaglia dovrebbero essere ben poca cosa. E le premesse c’erano tutte. L’amministrazione comunale, infatti, ha presentato un esposto in procura, ravvisando delle responsabilità penali nell’emissione degli odori molesti. D’altronde, stando ad alcuni verdetti emessi negli ultimi anni dalla Cassazione, i fatti sarebbero perseguibili sulla scorta dell’articolo 674 del codice penale: il reato ravvisabile sarebbe quello di “getto pericoloso di cose”.
Inoltre, Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone, membri della commissione straordinaria che regge le sorti di Battipaglia, erano riusciti ad ottenere perfino la convocazione di un incontro in Prefettura a Salerno. Ci si è incontrati mercoledì 23 settembre: a rappresentare Battipaglia c’erano il commissario Carlo Picone e l’architetto Angela Costantino, responsabile APO del Servizio Ambiente. Attorno al tavolo sedevano anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Eboli, Ennio Ginetti, i comandanti dei carabinieri della Compagnia di Battipaglia, il maggiore Giuseppe Costa, e di quella di Eboli, il capitano Alessandro Cisternino, e i rappresentanti dell’Arpac e dell’Asl.
«Lo scopo dell’incontro – ha dichiarato Picone – era proprio quello di creare un comitato sinergico tra i tecnici dei due comuni, l’Arma, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente e l’Azienda Sanitaria Locale, e non per portare avanti una battaglia tesa esclusivamente ad individuare i colpevoli, ma per la salvaguardia dei cittadini battipagliesi».
A Salerno, ad ogni modo, si parlò a lungo dell’impianto di compostaggio di Eboli (nella foto), e non per il «piccolo problema tecnico» di cui, qualche giorno prima, aveva parlato il sindaco Massimo Cariello, ma per le modalità d’accumulo dei rifiuti, il cui unico riparo è rappresentato da una semplice tettoia. Nei fatti, dunque, il putrescibile pattume è alla mercé dei raggi solari e dei piovaschi e, al di là dei piccoli problemi tecnici, i battipagliesi, paradossalmente più vicini degli stessi ebolitani all’impianto, sono preoccupati proprio dal deposito selvaggio dell’immondizia.
Inoltre, i tecnici del Comune di Battipaglia, insieme agli agenti della Polizia locale, agli uomini della Protezione Civile e ai periti dell’Asl e dell’Arpac, hanno effettuato dei sopralluoghi all’interno di tutti gli stabilimenti cittadini, compreso lo Stir, che s’occupano di rifiuti: tutto a norma.
Al tavolo, dunque, gli ebolitani annunciarono che l’indomani, in via Quattro Giornate di Eboli, sarebbe arrivata, per dei nuovi sopralluoghi, la Ladurner Ambiente, ditta di Bolzano che gestisce l’impianto. Sul posto, il dì successivo, sono giunti anche i carabinieri e i rappresentanti di Asl e Arpac. Esami effettuati, ma dal Comune di Eboli non arriva alcuna notizia. Il sindaco non risponde e gli assessori dicono di non saperne nulla.
Silenzio tombale. E tu, che ti sei fermato a Eboli e che di sepolcri taciturni te ne intendi, potresti pure risvegliare questi qui, che a Battipaglia, almeno un po’, ci si sente presi per il naso.