Miracolo a Sant’Anna
Non è un riferimento al celebre film di Spike Lee, e non è di Stazzema che si parla.
Stavolta, infatti, il prodigio è tutto battipagliese, e riguarda il popoloso quartiere Sant’Anna.
Ogni anno, il 26 di luglio, la gente del rione si riunisce attorno all’icona della propria patrona, ed è miracoloso quell’amore che lega visceralmente i 18mila residenti nel quartiere alla “vera protettrice d’ogni pia nutrice”, come recita l’inno.
Anche quest’anno, in occasione della più colorata domenica dell’anno, le varie zone di Sant’Anna sono state tappezzate di bei drappi verdi e gialli e di petali di rose, sì da rendere omaggio alla “cara nonna” venerata nella parrocchia San Gregorio VII.
Un amore immenso, ma non solo sacro. Come da italica consuetudine, infatti, la devozione battipagliese per sant’Anna trattiene pure i propri connotati ricreativi e folkloristici: da venerdì 24 a domenica 26, infatti, i volontari dell’oratorio ANSPI San Giuseppe, consolidata realtà che da anni opera in seno alla comunità parrocchiale battipagliese, ha allestito la sedicesima edizione della “Sagra dei Sapori Mediterranei”.
Un appuntamento che oramai è tradizione, al quale, come al solito, hanno preso parte, in maniera massiccia, battipagliesi e non. Meno presenti – ed è l’unica nota stonata – le autorità cittadine: è fuori discussione che la santa patrona della città sia la Madonna della Speranza, per carità, ma è pur vero che di quartieri ce ne sono parecchi. E non si ripartiscono in serie A e in serie B. Sant’Anna, inoltre, rappresenta una delle più antiche devozioni presenti sul territorio, giacché nell’Ottocento, nel cuore di quello che poi sarebbe divenuto il popoloso quartiere, era già presente una cappella votiva in onore della patrona delle donne incinte. Pure all’interno del santuario della Speranza, l’effigie della santa fu tra le prime esibite al popolo. Auguri ancora, figli di sant’Anna.