Nero Tusciano
Il Tusciano è un fiume in sofferenza. A evidenziarlo sono i dati pubblicati dall’Arpac, nel ciclo di campionamenti 2015-2016, da cui emergono segnali allarmanti. In particolar modo, nel tratto del fiume che percorre Battipaglia, affiora una fotografia preoccupante in base alla quale il Tusciano viene identificato, complessivamente, con uno stato ecologico “cattivo” su una classificazione che prevede cinque classi che vanno da ottimo, buono, sufficiente, scarso e in fine cattivo. Gli effetti dell’inquinamento sull’ambiente fluviale si evincono anche attraverso lo stato di salute delle comunità di bioindicatori (macroinvertebrati, diatomee, macrofite) infatti la loro condizione ci indica la presenza di eventuali anomalie registrate dall’ambiente. L’Arpac ha emesso un giudizio negativo, segno che il fiume Tusciano dal punto di vista ecologico sta subendo gravi danni dovuti a immissioni inquinanti fortemente impattanti. Sono anni infatti che l’inquinamento del Tusciano è oggetto di numerose denunce e segnalazioni da parte di singoli cittadini, associazioni ed esponenti politici che, a varie riprese, hanno evidenziato casi di inquinamento e di degrado ambientale. In particolare l’associazione Noi tutti liberi e partecipi, rappresentata dall’avvocato Luciano Ceriello, ha più volte segnalato e denunciato agli organi competenti lo stato di inquinamento del Tusciano sollecitando il Comune di Battipaglia alla costituzione di un tavolo tecnico con i sindaci del territorio. Con cadenza annuale, come si evince dalle numerose segnalazioni, le acque del fiume assumono un colorito scuro, quasi nero. Il timore di molti è che possa trattarsi di inquinamento derivante da scarti di lavorazione provenienti dagli stabilimenti oleari che smaltiscono illegalmente le proprie acque di vegetazione. In effetti, il residuo liquido della lavorazione delle olive all’origine presenta una colorazione marrone scuro e, per effetto della luce solare e dei processi ossidativi, può assumere tonalità nero-violacee conferendo questa colorazione tipica ai corsi d’acqua dove viene riversato. Anche l’odore è piuttosto intenso e caratteristico della polpa di oliva. Le acque di vegetazione dei frantoi sono una soluzione acquosa particolarmente ricca di sostanze organiche (zuccheri, acidi organici, polialcoli) e minerali (potassio, fosforo, calcio). Inoltre presentano alte concentrazioni di fenoli e polifenoli, causa principale dei valori molto alti di COD (domanda chimica di ossigeno), che hanno spiccate proprietà antimicrobiche e fitotossiche e conseguentemente risultano resistenti alla degradazione biologica (scarsa biodegradabilità) e dunque costituiscono un particolare pericolo per i corpi idrici. Purtroppo il Tusciano presenta diverse vulnerabilità dovute sia all’inquinamento di tipo urbano per la presenza di zone di depurazione delle acque non adeguatamente gestite, sia da quello di tipo agricolo attraverso le acque di dilavamento con fertilizzanti e pesticidi. Non ultimo il problema legato alla gestione del minimo deflusso vitale: la presenza di periodi di ridotta portata del fiume non fa che compromettere sempre più gravemente il suo delicatissimo equilibrio ecologico. Il 23 ottobre del 2000, con l’approvazione della Direttiva CE in materia di protezione delle acque e degli ambienti acquatici, all’interno di una scala composta da 5 livelli di qualità ecologica, venne stabilito l’obiettivo da raggiungere entro il 2015 di un stato ecologico buono di tutti i corpi idrici.
Dopo due anni dopo la scadenza ci resta ancora molto da fare, e non solo perché ce lo chiede la normativa europea.