Nicola Vitolo: “Serve vivibilità, non solo case”

[di Stefania Battista]

Primo incontro tra i tecnici progettisti della Mate, autori del Piano urbanistico comunale di Battipaglia, e l’architetto Nicola Vitolo, incaricato a titolo gratuito dalla sindaca Cecilia Francese di collaborare alla definizione del Puc.
«È stato un incontro conoscitivo – spiega Vitolo – tra professionisti della materia che collaboreranno all’esame e all’integrazione delle osservazioni pervenute».

Osservazioni che sarebbero oltre un centinaio e che i tecnici della Mate hanno preso formalmente in consegna proprio lunedì 12 dicembre durante l’incontro con Vitolo.
«La fase delle osservazioni – precisa Vitolo – serve proprio a confrontarsi con il territorio, mettere in luce eventuali sfasature e correggerle. I colleghi sono partiti dalla cartografia ufficiale di Regione e Provincia che è datata 2011, ovvio che dopo più di 10 anni parte del territorio sia mutata ed è evidente che nonostante abbiano inserito tutti i nuovi dati a loro disposizione qualcosa non era stata presa in considerazione. Ma è normale. Un fatto che si verifica sempre. Non esiste un Puc perfetto fin dall’inizio. Lo strumento urbanistico finale nasce proprio dopo l’esame delle osservazioni».

Quindi i 71 ettari non considerati nella cosiddetta mosaicatura, cioè la suddivisione in quadranti della città, non incidono nel calcolo finale dei parametri?
«Certo andranno inseriti. Sarebbe stata necessaria una tavola d’insieme. Ma non credo che possano mutare granché, in fondo non si tratta di un’area centrale della città, bensì di zone rurali che potranno prendere la destinazione d’uso dei comparti circostanti».

Invece, per quanto riguarda gli edifici demoliti ma calcolati o, viceversa, quelli edificati in questi anni e non presenti nelle tavole?
«È ovvio che andranno apportati i necessari aggiustamenti. Vedremo con calma se incideranno sul fabbisogno generale».

Cosa pensa della famosa villa comunale di Belvedere?
«È lampante che non è stata riproposta nel Puc. Utilizzando i comparti, si è preferito distribuire diversamente la parte pubblica. Bisogna tener conto che una villa comunale è cosa diversa dagli standard da recuperare, ma serve all’intera città, si tratta di una zona F di interesse generale. Di sicuro, ma credo che emergerà dalle osservazioni, bisognerebbe pensare ad una cintura verde per la città, che serve anche a definire le zone urbanizzate da quelle rurali. È altrettanto ovvio che in ogni quartiere è necessario inglobare tutte le funzionalità necessarie. Un cittadino non deve per forza venire in centro per poter fare una passeggiata. Si tratta di una delle sfide più grandi per una città come Battipaglia, cresciuta in modo disordinato. La seconda grande sfida è la litoranea. Il Masterplan dà indirizzi e strategie di massima ma poi bisogna che ogni Comune lo riempia di contenuti. La terza sfida, a mio avviso, è la rigenerazione urbana che può produrre una forte capacità edificatoria. Faccio l’esempio dell’ex fabbrica Rondino: ora è una zona degradata e non utilizzata, ma quella zona è anche satura e se vai ad inserirci 100 alloggi possono essere troppi perché vengano sopportati come carico dall’area. Quindi si tratta di scelte da calibrare bene: non è detto che vi si debbano fare per forza case. Un Puc non deve servire per distribuire gli alloggi assegnati a suo tempo dalla Provincia, ma deve risolvere il problema della vivibilità di una città».

Nella foto: l’architetto Nicola Vitolo

16 dicembre 2022 – © riproduzione riservata

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