Oltre al danno, la beffa

Dopo il rogo dell’11 giugno, i venti dipendenti della Sele Ambiente vengono mandati a casa. E i sindacati chiedono all’amministrazione comunale di sollecitare l’assessore regionale a concedere la cassa integrazione in deroga per dodici mesi.
In venti, tra italiani, marocchini, rumeni e indiani, sono alle dipendenze della società di Morgan e Dario Meluzio, legalmente rappresentata da Umberto D’Andretta. E dal 12 giugno sono a casa. Sono stati interpellati i rappresentanti della Cgil: è intervenuto Anselmo Botte, col segretario generale della Filctem Giovanni Berritto. I sindacalisti hanno parlato coi funzionari dell’azienda, «disponibili a ragionare sugli ammortizzatori sociali», come spiega Botte. Proprio lui aggiunge che «non c’è volontà di cessazione dell’attività, ma di ripresa del lavoro dopo gli opportuni accorgimenti». Allora ci vuole la cassa integrazione in deroga. E la decisione tocca al prefetto di Salerno Salvatore Malfi e all’assessore regionale al lavoro Sonia Palmeri. Giovedì sera, allora, un manipolo di lavoratori, guidato dai rappresentanti sindacali, s’è recato a Palazzo di Città, dov’era in corso la seduta consiliare. Botte e Berritto hanno consegnato alla sindaca Cecilia Francese una nota scritta con le maestranze: «La situazione – si leggeva – potrebbe sfociare nella risoluzione dei rapporti di lavoro». Da qui l’appello a sollecitare i referenti sovracomunali «affinché venga concessa la cassa integrazione in deroga per 12 mesi». E la Francese ha predisposto la proposta deliberativa da sottoporre all’attenzione della giunta.

30 giugno 2017 – © Riproduzione riservata
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