Ospedali e tamponi, la trincea battipagliese

[di Stefania Battista]

Quattrocentocinquanta tamponi, prevalentemente effettuati su soggetti potenzialmente a rischio contagio, campione “ponderato” con una piccola percentuale di persone non eccessivamente esposte. Per avere il quadro ottimale che occorre per un serio studio pilota. Quello che si sta effettuando a Battipaglia. Se la prima idea l’aveva avuta direttamente la sindaca Cecilia Francese, la palla al balzo è stata colta dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Portici che ha ritenuto il comune di Battipaglia il luogo ideale per svolgere uno studio scientifico che potesse avere valenza nazionale. Così, dopo il primo rilevamento compiuto sugli agenti della polizia municipale, per antonomasia esposti al rischio contagio essendo venuti a contatto sia con i cittadini battipagliesi che con coloro che venivano da altri comuni violando le restrizioni, si è passati ai volontari della Protezione civile, ad alcuni dipendenti comunali, a qualche consigliere comunale e a un gruppo ristretto di cittadini tra cui un dipendente di farmacia. Questi ultimi scelti praticamente a caso proprio per testare la validità dello studio. Dai primi 450 test effettuati dagli analisti dell’Istituto guidato dal dottor Antonio Limone, sono emersi solo 7 positivi, tutti asintomatici. Una percentuale dell’1,5%. La sindaca Francese ha confermato che i test continueranno, perché lo screening per avere attendibilità epidemiologica deve giungere ad almeno mille tamponi per una popolazione di circa 50mila abitanti. Ovviamente si continuerà con le categorie a rischio, inserendo in percentuale pochi soggetti non particolarmente esposti. I prossimi ad essere testati saranno i medici di base, poi toccherà agli operatori del 118 e delle “croci”, quindi ad alcuni dipendenti di supermercati e fruttivendoli scelti a campione.
Non c’è da stupirsi se al termine del campionamento verranno fuori altri soggetti positivi. Ciò che invece potrebbe essere un dato interessante è se tra i positivi vi saranno solo soggetti asintomatici. In tal caso Battipaglia potrebbe diventare un caso nazionale. Per quale motivo, infatti, in città si registrerebbero contagi ma solo senza sintomi? Naturalmente è un’ipotesi prematura e l’analisi dei dati andrà lasciata agli esperti a cui toccherà trarre le conclusioni scientifiche. La vicenda ha suscitato diverse polemiche, forse proprio perché non erano stati spiegati fino in fondo finalità e modalità dello studio epidemiologico.
Intanto, la Piana del Sele risulta ad oggi un’isola felice dal punto divista dei contagi. Pochissimi i casi Covid-19 registrati anche nei due ospedali. Sia a Battipaglia che a Eboli, dopo il primo mese di affanno nel reperimento dei dispositivi di sicurezza e nell’organizzazione dei percorsi di isolamento, si è riusciti a far fronte alla situazione, grazie anche alle numerose donazioni e alla capacità dei sanitari. All’ospedale Santa Maria della Speranza esiste un percorso di accesso per il pronto soccorso “dedicato” ai pazienti sospetti; al Maria Santissima Addolorata di Eboli è stato attrezzato il reparto Malattie Infettive e anche il laboratorio di analisi dei tamponi. In entrambi i nosocomi, comunque, funzionano normalmente le attività no Covid, tutte ben separate dalle aree in cui si gestiscono i casi sospetti. Nonostante queste dovute precauzioni, la maggioranza degli utenti in questi giorni evita di rivolgersi ai due presidi, salvo casi non rimandabili. In parte prudenza, in parte paura.

23 aprile 2020 – © Riproduzione riservata

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