Parco Sant’Anna, un salasso per 70 famiglie

[di Carmine Landi]

La permanenza nella più piccola delle case, 61 metri quadri, costerà 13.545 euro. Chi dovrà restare nella più ampia delle abitazioni, della superficie di 179 metri quadri, invece, dovrà sborsarne 38.748. È il prezzo da pagare per preservare il diritto di superficie negli alloggi del parco Sant’Anna, il vasto complesso residenziale edificato tra il 1998 e il 2001 dalla famigerata Iacp Futura, società consortile pubblico-privata mestamente fallita nel 2012, su mandato del Consiglio comunale di Battipaglia, al tempo guidata dal sindaco d’antan Fernando Zara. Tramutare in titolo di proprietà il diritto di superficie, invece, costerà altri 4.808 euro a chi risiede nel più piccolo dei bilocali e quasi il triplo a chi vorrà possedere l’appartamento da 179 metri quadri, con il conto che lieviterà a 18.353 euro nel primo caso e a quasi 53 mila nel secondo, da sborsare in 84 rate mensili. 

Un mini-mutuo lungo sette anni. Nel mezzo ci sono 70 famiglie alle quali, nei giorni scorsi, è stato presentato il conto per (ri)acquistare casa. Il prezzario è stato elaborato dai tecnici comunali, diretti dall’ingegnere capo Carmine Salerno, con il supporto dell’ingegner Carlo Caggiano e dell’avvocato Sabato Criscuolo, firmatari delle relazioni specialistiche commissionate dai piani alti di Palazzo di città. Ed è stato approvato dalla giunta municipale guidata dalla sindaca Cecilia Francese. Redde rationem dell’epopea Iacp Futura, che per anni ha portato i legali del Comune di Battipaglia a tener testa, invano, alle legittime pretese risarcitorie di Enrica Campione, proprietaria dei fondi usurpati al tempo in cui, come nei film western, chi prim’arrivava occupava i suoli. Pure se era un ente pubblico. Anche se era il Comune di Battipaglia. Nei mesi scorsi, per la storia parallela, il conto, meno pingue, era stato presentato alle 112 famiglie che vivono in via Compagnoni di Belvedere.
Ora è il turno di chi vive a Sant’Anna, chiamato a ripagare una parte del danaro sborsato dalle casse comunali per indennizzare la proprietaria Campione, scippata d’un ettaro di terreno alle porte del più popoloso dei rioni battipagliesi: all’esito d’innumerevoli sentenze sfavorevoli a Palazzo di città, la sindaca e la legittima proprietaria dei suoli stipularono un atto di transazione da 5 milioni di euro per l’acquisizione sanante dell’area. Le “maggiori somme sborsate dall’Ente” e richieste alle 70 famiglie corrispondono ai suoli interessati dall’edificazione del complesso immobiliare. Il conto complessivo è di poco più di 1,7 milioni di euro per il diritto di superficie e di 605 mila euro per tramutarlo in diritto di proprietà. Gruzzolo da ripartire in capo ai residenti interessati in base ai millesimi occupati. Quegli 1,7 milioni di euro equivalgono al valore venale del suolo dal quale sono stati detratti gli importi relativi alle superfici destinate a viabilità principale e i restanti 341.981 euro che, nel frattempo, il Comune è riuscito a recuperare. Danaro, quest’ultimo, corrispondente all’esigua indennità espropriativa (appena 279.989 euro, poi lievitata grazie agli interessi maturati) che fu depositata nel 2002 da Iacp Futura e Comune di Battipaglia: credevano bastasse per acquisire l’area. Prima che arrivasse la stangata. Prima per il Comune, ora per le 70 malcapitate famiglie.

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