PB63, il Rinascimento battipagliese
Volendo per un attimo giocare e paragonare l’attuale periodo del basket battipagliese con un’epoca storica mi viene spontaneo pensare al Rinascimento. Così come la Firenze medicea fu culla di sviluppo e rinascita di molteplici campi della cultura e del sapere, anche la città della Piana del Sele è oggi protagonista di un’esplosione d’iniziative e di risultati che risvegliano la passione cestistica dei suoi abitanti. Anche per il “nostro Rinascimento” ruolo decisivo e merito principale vanno ascritti a una famiglia, non de’ Medici ma quella dei fratelli Rossini, che da sempre innamorati della palla a spicchi hanno saputo svolgere, coadiuvati dagli uomini giusti, il difficile ruolo di mecenati del canestro, in un periodo in cui lo sport in generale fa molta fatica a mantenere i livelli di diffusione e di partecipazione, non solo agonistica ma anche economica da parte degli sponsor. Sono evidenti i buoni risultati raggiunti dalla società sportiva battipagliese in questi ultimi anni: il settore femminile in pochissimo tempo ha scalato le classifiche e i campionati, centrando promozioni a catena e approdando in tempo record in A1, in cui, da esordiente, ha sfiorato l’accesso ai playoff. Playoff centrati invece dalla serie D maschile che potrebbe quindi regalare quest’anno una nuova promozione ai tifosi e, in ogni caso, che ha messo in vetrina molti giovani interessanti, espressione del vivaio. Proprio il settore giovanile costituisce la dimostrazione concreta del Rinascimento di cui si diceva poc’anzi. Palazzetto Zauli e Tensostruttura pieni, in ogni ora pomeridiana e serale, di ragazzi e ragazze che si sono avvicinati al basket e, rimasti contagiati dal suo virus, in questi anni sono riusciti a centrare vittorie importanti nelle categorie giovanili (under 19/17/15 etc.) fino a piazzarsi tra le migliori d’Italia in diverse occasioni. Viene ad attestare la bontà di tutto il movimento, non solo per l’aspetto tecnico sportivo ma anche per quello organizzativo, l’assegnazione da parte della Federazione Italiana Pallacanestro alla PB63 dell’organizzazione delle finali nazionali del campionato under 19 femminile che si disputeranno proprio a Battipaglia dal 19 al 25 aprile 2015. Neanche a dirlo sarà presente anche la formazione under 19 della PB63, con ambizioni concrete di contendere la vittoria dello scudetto giovanile.
Detto della rinascita, con il fiorire di giovani talenti, tocca analizzare l’appena conclusa fase regolare del torneo di A1: da più parti si è letta di una grossa soddisfazione e toni trionfalistici per la stagione disputata da Orazzo e compagne. Credo però che occorra distinguere con più attenzione gli aspetti positivi, indubbi e sotto gli occhi di tutti, da quelli negativi che pur sono stati presenti. Incominciamo dai primi: un roster competitivo e coerente perché fedele al principio guida di puntare sulle giovani; una prima fase di stagione sorprendente se solo si pensa al gap di esperienza, a tutti i livelli, con le altre società competitor; il risultato finale della nona posizione assoluta che a inizio stagione si sarebbe sottoscritta a occhi chiusi.
Questi, ovviamente, sono solo alcuni degli aspetti positivi, ma una questione di spazio m’impone la sintesi e breve quindi sarò anche nell’esporre cosa è andato meno bene: il girone di ritorno non è stato certamente all’altezza dell’andata (6 punti contro12) non solo nel numero dei successi ma anche nel gioco espresso dalla squadra; la coerenza seguita nel comporre il roster è andata a discapito della tenuta complessiva. In altre parole puntare sulla giovane età anche nei ruoli chiave di pivot e play ha forse creato qualche deficit di esperienza, oltre alla rinuncia a Tunstull, non certo indifferente per il bilancio finale; la crescita di alcune giocatrici non è stata gratificante come ci si sarebbe potuto augurare a inizio torneo. Se Tagliamento è stato un esempio di talento sbocciato, e di questo occorre dar merito, viceversa gli stessi progressi non si sono apprezzati in giocatrici pur dotate di buon potenziale come Ramò e Treffers, mentre Orazzo non ha sempre trovato spazio e continuità.
10 aprile 2015 – © Riproduzione riservata