Per andare dove dobbiamo andare…?

[di Ernesto Giacomino]

Era un po’ che attribuivo gli atteggiamenti bizzarri di alcuni automobilisti a una qualche forma di disturbo collettivo nell’orientamento, una labirintite di massa, una visione distorta della realtà dovuta a inquinamento, alieni, possessione, ascolto di cd di Masini. Cioè: tu entri a Battipaglia dall’autostrada, fai mezzo gomito di rotatoria, e zac: code dalla S.S. 18 in direzione centro. Scusate, ma venendo di là non c’è la rampa dedicata sulla destra, perché state tutti a ingolfarvi qui? E parecchi altri, gli automobilisti che quella rampa invece la imboccano, perché spesso li vedi arrivare alla fine e fare inversione a U, come se avessero cannato in pieno la strada? Per non parlare delle auto tentennanti che ti trovi appena inizia il tratto autostradale collegato alla variante: gente terrorizzata, che sbanda d’occhi e di volante, alla ricerca disperata di una soluzione per riparare al danno fatto.

Dicevo, all’inizio parevano comportamenti misteriosi, dettati da disturbi percettivi e patenti prese alla pesca di beneficenza. Poi però ci ho riflettuto per bene, mi sono detto “e già, ma io sono di Battipaglia, è chiaro che per me è facile e scontato”. Ma per uno “extracomunale”, che arrivi da una qualunque località a sud del rione Taverna, non conoscere a memoria tutto l’ambaradan delle nuove strade collegate allo svincolo può spedirti dritto, a scelta, o a Rossano Calabro o dallo psicanalista. Perché arrivare a Battipaglia dalla S.S. 18 significa assoluta assenza di qualunque cartello stradale che dica esattamente cosa succederà, in fondo a quei due chilometri di variante. Peggio ancora: non lo si trova nemmeno alla fine stessa, un cartello degno di questo nome. Cosicché, senza riguardo e senza preavviso – fatta salva una lercia tabella visibile sostanzialmente a direzione già presa – la strada pare imbucarsi dritta sulla rampa autostradale; causando, nella migliore delle ipotesi, rocamboleschi e micidiali tentativi di retromarcia o frenate stridenti dell’ultim’ora, in stile telefilm poliziesco. E se pure ti riesce, in uno, di evitare l’autostrada e non farti lastricare nell’asfalto dagli altri mezzi che sopraggiungono, poi valla a scegliere, una direzione. Le altre due deviazioni, quella che scende per la rotatoria e l’altra dedicata all’ingresso al centro da via Belvedere, soffrono la stessa e inefficace penuria di indicazioni chiare: due mini-frecce direzionali, rispettivamente con le scritte “Bellizzi” e “Battipaglia”, certamente di visibilità non esaltante per un automobilista già impegnato a dover tenere l’auto in strada. Incomplete (specie quella per Bellizzi, che in realtà porterebbe a un’infinità di altri posti: ospedale, autostrada, centro stesso) e non notabili senza una diligenza che vada ben oltre la fatidica misura del “buon padre di famiglia”.

Allora, a qualunque Ente tocchi, occorre sbrigarsi: ho un parente che deve venirmi a fare visita, è da luglio che è fermo al casello di Nocera. E il fatto più truce è che arrivava da Agropoli.

24 ottobre 2013 – © riproduzione riservata

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