Piccoli detenuti innocenti

[di Laura Russo]

“Senza colpe”. Questo il nome della mostra fotografica inaugurata venerdì 8 novembre, ospitata nel Salotto comunale di Battipaglia, e che resterà aperta al pubblico fino al 7 dicembre. A promuovere l’importante evento l’associazione cittadina Le Marianne, fondata da Anna Verriola e Mariella Maniglia, che hanno creduto nel valore sociale del progetto artistico della fotografa Anna Catalano. L’obiettivo della mostra è sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di vita dei bambini che vivono negli Icam (Istituti a custodia attenuata per detenute -madri), accendendo i riflettori su una realtà che molti ignorano. Le foto mostrano la quotidianità di madri e figli, in un contesto che mira alla normalità pur non avendo nulla di normale, raccontando storie di resilienza, amore materno, ma anche di dolore e privazioni, in un continuo alternarsi di libertà e reclusione, alimentando dinamiche complesse che spesso sono alla base dei malesseri psicoemotivi dei bambini “detenuti”.

Durante il convegno che ha preceduto l’apertura della mostra, hanno portato la loro esperienza in materia Paolo Siani, pediatra, già deputato, autore del libro Senza colpe. Bambini in carcere, promotore di una modifica di legge finalizzata a rendere le strutture di detenzione attenuata idonee a garantire un’accettabile qualità di vita di questi bambini, e al superamento degli Icam; Lorenzo Chieffi, ordinario di Diritto pubblico e costituzionale presso l’Università della Campania Luigi Vanvitelli; Annalinda Palladino, psicologa e psicoterapeuta; don Roberto Faccenda, direttore della Pastorale giovanile della Diocesi di Salerno-Campagna-Acerno.

A moderare la conversazione Franco Poeta che ha esplorato con gli ospiti la delicata realtà in cui si fondono e si scontrano idee politiche e morali diverse, dalle quali emerge con forza un problema che attende una equa valutazione basata sull’applicazione della legge, ma anche sulla salvaguardia degli innocenti. Il tutto veicolato dall’arte fotografica della Catalano, capace di arrivare senza filtro al cuore e alla mente del visitatore, disegnando, come affermato da don Roberto Faccenda, la parabola del“prendersi cura degli altri”, che dovrebbe essere alla base del pensiero medico, politico e legale di tutti.

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