Presto sulle tavole il tonno di Battipaglia

[di Stefania Battista]

La notizia ha destato curiosità, perplessità e qualche preoccupazione. Un allevamento di tonni a Battipaglia. A 7 chilometri dalla costa, proprio di fronte alla spiaggia di Lido Lago. Con una concessione rilasciata fino al 2030 alla società Tuna Sud srl di Cetara. Una società con lo stesso nome è stata fondata a fine 2017, poi, come altre società del settore, ha dovuto affrontare la grave crisi provocata dalla pandemia dovuta al Covid, non avviando mai alcuna attività. Attualmente non risulta che la Tuna Sud srl abbia dipendenti e, di conseguenza, non è in possesso del Durc. La concessione richiesta al Comune di Battipaglia è appena al di sotto della soglia per la quale è necessario presentare una Via, cioè una Valutazione di impatto ambientale. La soglia è infatti per impianti di piscicoltura al di sopra dei 50.000 metri quadri. Ma la Tuna Sud ha presentato istanza di concessione per un allevamento di tonni rossi di 48.900 mq. 

Sebbene la distanza dalla costa sia notevole, anche perché per l’acquacoltura dei tonni occorrono acque profonde, la creazione del descritto impianto ha sollevato qualche dubbio circa la sua sostenibilità, visto che sull’impatto ambientale di questo tipo di “allevamenti” vi sono divergenze scientifiche e studi tuttora in corso.  Ma il “dirimpettaio” non sembra troppo preoccupato. «Vent’anni fa, proprio di fronte al nostro stabilimento – dice Andrea Tranquillo titolare del Lido Lago – c’era un allevamento di spigole e di orate. Notevolmente più vicino dei 7 chilometri che sono stati stabiliti per i tonni. Non credo che avremo troppi problemi perché è mare aperto, ci sono le correnti e i residui organici verranno dispersi come sempre fa il mare. Ma di certo terremo alta la guardia».

Ma come avviene l’allevamento dei tonni? In estrema sintesi, funziona così: i giovani esemplari catturati vengono posti all’ingrasso per circa un paio d’anni, prima di poter raggiungere la taglia per essere commercializzati. La loro alimentazione si basa prevalentemente su scarti di lavorazione delle sardine e di altri piccoli pesci. Ci sono diversi studi sull’impatto ambientale di questo tipo di allevamenti, uno dei più recenti è stato pubblicato sulla rivista Science Advances. L’opinione pubblica ne sa, ovviamente, ancora poco; ma è prevedibile che presto comincerà a studiare e ad informarsi.

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