Puc, la necessità del confronto

Sul nuovo Piano urbanistico comunale, vista l’importanza del tema, intendiamo dare spazio alle diverse valutazioni, sperando di contribuire a un dibattito corretto e proficuo, cosa che spesso non accade in consiglio comunale. L’obiettivo è informare i lettori e ribadire, una volta di più, la necessità di un confronto dialettico che coinvolga tutti: tecnici, amministratori e cittadini. Invitiamo gli interessati a prendere parte al dibattito, approfittando dello spazio messo a disposizione da Nero su Bianco.
Oggi ospitiamo Maurizio Mirra, consigliere comunale di opposizione. 

F.B.

Il Piano Urbanistico dovrebbe concretizzare lo scenario immaginato per città del futuro, un disegno della sua trasformazione secondo direttive che rispondano ad una visione d’insieme. Quello proposto dall’amministrazione manca di questa visione. Non sono stati affrontati e risolti, nei vari elaborati, gli elementi che delimitano fisicamente la città come il fiume, la ferrovia e la statale, che rimangono elementi divisori contribuendo alla settorializzazione. Un esempio per tutti è dato dal quartiere Belvedere, per cui si nota l’assenza della possibile rammagliatura con il centro.

Le uniche soluzioni proposte dal piano si riferiscono alla definizione dei comparti, che non si preoccupano di rammagliare in qualche modo i quartieri, costituendo inoltre degli interventi che niente hanno a che fare con la rigenerazione urbana. Non vi sono infatti interventi coraggiosi di sostituzione di tipologie fatiscenti con interventi qualificanti per l’intero quartiere. Tutto sembra destinato a interventi a macchia di leopardo dove ci si limita alla sistemazione del singolo comparto e non del contesto urbano di cui fa parte. Questo aspetto si nota particolarmente nella distribuzione del verde pubblico che non prevede una soluzione armonica. Invece, la distribuzione degli spazi verdi andrebbe valutata con una visione d’insieme per renderla uno standard di qualità più che di quantità. Ciò si traduce, ad esempio nella mancanza di una villa comunale per Belvedere, tanto desiderata dai cittadini.

Ancora una volta non viene risolto la dicotomia tra Battipaglia ed il mare. L’intervento sulla litoranea, infatti, sembra fine a sé stesso con la vecchia idea della pedonalizzazione della statale e lo spostamento di una fascia turistica a monte della strada. Anche in questo caso il distretto turistico costituito dai comparti proposti dal piano sembra disegnato a macchia di leopardo senza un collegamento con il centro urbano. Anche il famoso parco fluviale, che la sindaca afferma essere una sua idea accolta dall’amministrazione provinciale, non viene formalizzato all’interno di questo Piano Urbanistico.

Sono esclusi tutti i possibili interventi sulla possibile forestazione urbana e sulle oramai famose cinture verdi che tanto servirebbero ad una città con grossi problemi di traffico e di inquinamento. Anche gli strumenti della perequazione e della compensazione, che potevano servire per riequilibrare armonicamente i quartieri vengono invece limitatamente utilizzati per equilibrare i singoli comparti, rendendo praticamente inutile per la città il loro utilizzo. Nulla si conosce, poi, delle opere pubbliche che sono state decise dall’amministrazione, in quanto il piano riporta le destinazioni nei vari lotti ma non cosa verrebbe realizzato.

In definitiva, il piano ha una logica solo economica, nessun intervento rilevante rispetto alla sostenibilità sociale e ambientale. Ancora una volta vediamo l’uso e il consumo del suolo indiscriminato, senza un disegno unitario.

Il consigliere comunale Maurizio Mirra

29 ottobre 2022 – © riproduzione riservata

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