Quindici anni
[di Francesco Bonito]
Sono quindici. Fatecelo ricordare con un pizzico di orgoglio: trecentoquarantatré numeri pubblicati in quindici anni. Sappiamo bene che un periodico non partecipa a una gara di durata, non compete con altri per arrivare il più lontano possibile, non conta le pagine riempite d’inchiostro. Fare informazione locale attraverso la carta stampata è già di per sé una sfida avvincente, ma non sono i numeri decretare il risultato, ma la rispondenza agli obiettivi che hanno ispirato il progetto, la coerenza con i principi che dovevano guidarlo. Non dati, ma valori che sfuggono a una misurazione oggettiva, che implicano un giudizio per essere riconosciuti: quello dei lettori.
Nero su Bianco è nato nel 2005 con una promessa: essere indipendente e provare a raccontare la nostra città senza posizioni pregiudiziali. La volontà di tener fede all’impegno preso è immutata, anzi si rafforza col passare degli anni; se la promessa sia stata mantenuta lo possono giudicare solo i lettori. Noi possiamo solo continuare al massimo delle nostre possibilità, facendo tutti insieme, tutti i giorni, il nostro meglio, provando a maturare, a superare le sfide che diventano sempre più impegnative per un piccolo giornale locale, di carta, non virtuale.
Dando uno sguardo alle quindici copertine scelte tra le tante, sembra che Battipaglia non riesca a superare le sue difficoltà, sempre le stesse da quindici anni: i problemi non trovano soluzioni adeguate, lo abbiamo spesso scritto, cercando di spiegare il perché, provando sempre a pungolare chi era delegato ad amministrare. Lo scrivo pensando alle battaglie combattute a viso aperto a tutela del decoro urbano, della salubrità dell’ambiente, della trasparenza e della efficienza dell’azione amministrativa; auspicando maggiore autorevolezza della politica, rispetto della dignità dei cittadini, valorizzazione delle radici storiche della comunità battipagliese. Con rammarico devo ammettere che a volte la denuncia non è servita a ottenere il risultato sperato, ma certamente ha contribuito a informare l’opinione pubblica sulle questioni più urgenti e sull’adeguatezza o meno delle soluzioni proposte. A continuare su questa strada e a procedere a testa alta ci aiutano i lettori, sempre più numerosi, più esigenti, più partecipi. Continueremo a fare il massimo per non disperdere il credito che ci hanno riconosciuto in questi anni.
Purtroppo non possiamo gioire per questa ricorrenza perché un lutto ci addolora profondamente: è scomparso Silvio Petrone. Non posso aggiungere nulla a quanto scritto con grande affetto e rispetto della verità da Rodolfo Pierri e Amabile Guzzo (alle pagine 4 e 5). Entrambi hanno vissuto a lungo al suo fianco, conoscendolo come pochi altri.
Tutti noi abbiamo perso una persona illuminata, un infaticabile creatore di opportunità, un uomo generoso. Questo numero è dedicato a lui.
13 giugno 2020 – © Riproduzione riservata