Ricercare il senso nella nostra vita

[di Daniela Landi – psicologa]

Tutti noi siamo chiamati a compiere nel corso della nostra vita un processo di individuazione, un concetto elaborato dallo psichiatra Carl Gustav Jung nell’ambito della psicologia analitica. Si tratta di quel processo psichico di integrazione delle diverse componenti della nostra personalità che si realizza attraverso un percorso di scoperta per comprendere chi siamo. 

Un’immagine simbolica di questa ricerca potrebbe essere quella dell’eroe (o eroina) delle fiabe e dei miti, che affrontando un viaggio di scoperta, raccogliendo le sfide, affrontando pericoli e rischi, si ritrova alla fine del viaggio trasformato, con una nuova consapevolezza e conoscenza di Sé. Le storie dei miti sono sempre interessanti in quanto ritraggono un progetto dinamico di sviluppo, la mappa di qualcosa che si va componendo con il progredire del racconto e, quindi, delle nostre vite. L’eroe, o l’eroina, che è dentro di noi ci stimola a compiere il viaggio per comprendere chi siamo e scoprire la nostra verità e la nostra vocazione.

Riguardo alla ricerca dello scopo della nostra vita, nella nota opera di James Hillman, Il Codice dell’anima, l’autore introduce il concetto di daimon. Ripreso dal mito di Er di Platone, il daimon ha il compito di guidarci verso quella che è la nostra vocazione, ascoltando quella voce segreta dell’anima che induce a compiere il proprio destino. Secondo Hillman, nella vita cerchiamo la nostra realizzazione, che può essere trovata attraverso la scoperta del senso di noi stessi. In base alla teoria della ghianda, esposta nel libro, ognuno di noi porta dentro di sé, fin dalla nascita, quel seme unico e distinto che ci chiama a diventare noi stessi, per cui noi possiamo essere come la ghianda, che racchiude in sé il potenziale destino della quercia. 

Quella chiamata alla ricerca del senso, che si può presentare in modo spontaneo oppure è stimolata dalle circostanze della vita, a volte potremmo non riuscire ad ascoltarla a causa dell’educazione, dei condizionamenti sociali, degli impegni e dei ritmi della vita quotidiana, ma quella domanda di chi siamo può continuare a echeggiare dentro di noi e a farsi sentire attraverso un disagio psicologico o dei sintomi fisici. 

Per ritrovare quella voce, può rivelarsi utile, se non necessario, intraprendere un percorso di psicoterapia, che può rappresentare un simbolico viaggio dell’eroe alla ricerca del tesoro: contattare il daimon e ritrovare la propria ghianda.

Una giovane donna, soffrendo di un disturbo d’ansia con delle fasi depressive, decise di iniziare una psicoterapia. Nel corso delle sedute emerse la sua insoddisfazione e frustrazione nel suo lavoro di contabile e venne incoraggiata a ripercorrere la sua biografia, a ripensare ai desideri e alle passioni della bambina che era stata. Questo tipo di ricerca può risultare lungo, se è stato per troppo tempo rimosso il contatto con il proprio senso individuale. Nel corso di quel confronto, la giovane donna riscoprì il suo desiderio di diventare una ballerina e, ormai adulta, iniziò a dedicarsi alle terapie corporee, come la danza-terapia e lo yoga, che contribuirono a darle quel senso, che sembrava mancare, alla sua vita.

1 luglio 2023 – © riproduzione riservata

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