Rimedi naturali per i geloni

[di Simona Otranto, erborista]

L’esposizione al freddo intenso di questi giorni sta accentuando un disturbo estremamente fastidioso per chi ne soffre: i geloni. Altro non sono che una dermatosi da freddo, frequente in particolare nelle giovani donne, specialmente in presenza di alterazioni della circolazione sanguigna periferica. Si presentano solitamente alle estremità del corpo, mani e piedi, con arrossamento, edema, prurito e a volte dolore. Si prevengono evitando l’esposizione al freddo umido. Questo accorgimento spesso non è sufficiente. La medicina tradizionale suggerisce l’applicazione locale di pomate cortisoniche per il trattamento. 
Numerosi sono invece i rimedi tradizionali che possono contribuire alla guarigione. 
Rimedio prettamente casalingo ripreso dal “prontuario” di Giuseppe Antonelli del 1941 è quello di frizionare i geloni, anche lacerati (cosi recita!), con cipolle schiacciate (“il dolore cessa subito ed in quattro giorni il male è scomparso!”). Suggerisce ancora che “i geloni migliorano e guariscono, tenendo le parti malate in un bagno caldissimo di decotto di sellaro (sedano), finché si può sopportare, per circa un quarto d’ora, prima di andare a letto”.
Dello stesso autore, in riferimento a una pomata preparata con olio di noce e di bagni fatti in infuso – decotto di foglie di noce, Antonelli scrive: “E, se ai nostri giorni, sono pochissimi i medici, che l’usano,  ciò dipende non da loro, ma dai metodi di cura, venuti in seguito all’introduzione dei composti chimici, per cui dei vegetali non si parla più nelle Scuole Superiori di Medicina, e quindi avviene che s’ignori necessariamente tanto di buono e di utile ai malati. Non sempre il nuovo è migliore del vecchio”. Quanta verità! Che attualità.
Altro rimedio tradizionale è quello di fare maniluvi/pediluvi in decotto di vischio
In generale, tutte le piante a contenuto di tannini sono efficaci: i tannini sono sostanze chimiche che per loro natura hanno affinità con le proteine plasmatiche e, a contatto con tessuti ulcerati, legandosi ad esse, svolgono azione astringente e cicatrizzante. Hanno anche azione antinfiammatoria. Possono essere utilizzate, per quanto detto, in forma di infuso-decotto per bagni cicatrizzanti decongestionanti numerose altre piante: Calendula, Arnica, Lavanda ma anche Quercia, Castagno, le citate foglie di Noce, l’Amamelide etc. Con queste stesse piante vengono confezionate anche pomate ad uso topico. Spesso viene inserita anche la Canfora che ha azione rubefacente, richiama sangue, generando un leggero riscaldamento della parte. Per riattivare la circolazione da più autori vengono consigliate anche immersioni alternate della parte (mani e/o piedi) in acqua calda/fredda.
Da non sottovalutare è anche il trattamento interno: possibile infatti, nei casi più ostinati, abbinare ai bagni e alle pomate piante che migliorano la circolazione periferica: tisane o tinture o ancora estratti secchi a base mirtillo, rusco, vite rossa, ippocastano, amamelide ad esempio. Una sola di queste piante oppure un mix opportunamente proporzionato. 

30 gennaio 2021 – Riproduzione riservata

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