Sbilanciàti
Il Comune di Battipaglia è ancora sottoposto alle procedure di riequilibrio finanziario pluriennale. La terapia procede dal 2014, ma il debito battipagliese non pare affatto ridursi: è ciò che viene fuori dagli schemi del bilancio di previsione per il triennio 201-7/2019.
Ammontano a quasi 20 milioni di euro i debiti da ripianare tra il 2017 e il 2019, con un disavanzo di amministrazione di oltre 4 milioni per il 2017, più di 10 milioni per il 2018 e ben 5,3 milioni per -il 2019. Nel 2017, infatti , nelle casse dell’Ente dovrebbero entrare 73,4 milioni di euro, mentre la spesa dovrebbe ammontare a 78,9 milioni. Si determina così la prima annualità di un disavanzo al quale l’amministrazione, guidata dal sindaco Cecilia Francese e coordinata dall’assessore Maria Catarozzo, proverà a tener testa proprio con i p-roventi delle alienazioni degli immobili, previste nel piano di dismissione del patrimonio comunale per il triennio 2017-2019.
Per quei tre anni, i commissari applicarono un disavanzo da 3 milioni l’anno, quota di ripiano prevista nel 2014, all’atto dell’approvazione da parte della Corte dei conti del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, con annessi 324mila euro annui, stabiliti in seguito al riaccertamento straordinario dei residui nel 2015. Eppure il disavanzo di amministrazione presunto, aggiornato al 31 dicembre del 2016, ammonta a 17,6 milioni di euro.
E si riducono pure le previsioni tributarie. I commissari avevano previsto più di 43 milioni di euro per il 2016 e ben 47,8 milioni per il 2017 e il 2018, ma la Francese e i suoi hanno dovuto fare i conti con dati differenti. Alla fine, infatti, le presunte entrate tributarie relative all’anno scorso sarebbero di 31,6 milioni di euro. Una nuova previsione, con entrate tributarie che, secondo la giunta, nel 2017 dovrebbero ridursi a poco più di 32 milioni di euro.
Definiti anche gli obiettivi operativi del 2017, com l’amministrazione che ha accantonato un budget di spesa che ammonta a 76,6 milioni di euro. Ben 30 milioni di anticipazioni finanziarie, 20 di servizi generali e istituzionali e poi 10 milioni per lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente, quasi 3 milioni e mezzo per le politiche sociali e altrettanti per lo studio. Queste le spese principali. Oltre a questa somma, sempre per il 2017, si prevedono 36 milioni di spesa corrente per il personale e 7 milioni per le opere pubbliche.
Ora la palla passa tra le mani dei consiglieri comunali. Entro il 31 marzo, infatti, il civico consesso dovrebbe riunirsi e approvare il documento, che poi sarà attentamente vagliato dai funzionari della Corte dei conti. Quel che è certo è che il quadro economico in cui riversa l’Ente è veramente nefasto.