Scuole chiuse, la sindaca perde consensi
Per garantirsi 11 milioni di euro di fondi regionali la sindaca è “costretta” a rilevare l’inadeguatezza antisismica delle scuole Fiorentino e Siani. Gravi i disagi per centinaia di famiglie e i genitori degli alunni contestano la prima cittadina
La notizia arriva improvvisa come un temporale estivo, alla fine di agosto. Da allora in città non si parla d’altro, anche perché non si tratta della solita polemica alimentata dai social network o dell’ennesimo litigio in consiglio comunale. La novità è di quelle che cambiano la routine giornaliera di centinaia di famiglie battipagliesi: quest’anno resteranno chiuse le scuole Fiorentino e Siani, scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado (asilo, elementari e medie, per semplificare). Da quest’anno e per sempre, visto che saranno entrambe demolite. Si parla di oltre ottocento alunni costretti ad “emigrare” verso altri edifici. Perché? Da perizie tecniche effettuate risultano entrambe vulnerabili in caso di terremoto. Questa la notizia, ridotta all’osso. Ma vediamo come il fatto è stato interpretato dalle parti in causa: l’amministrazione comunale guidata dalla sindaca Francese, e i genitori degli alunni “esodati”.
«Bisogna soffrire un po’ ma in cambio Battipaglia avrà due nuove scuole (oltre alla nuova Fiorentino, verrà demolita e ricostruita anche la scuola primaria J.F. Kennedy a Belvedere, ndr); non fatevi strumentalizzare dai nostri oppositori – risponde Cecilia Francese agli attacchi ricevuti durante gli incontri coi genitori – . Noi non ci fermiamo, andiamo avanti, vogliamo cambiare la città. Le scuole vanno demolite a tutela della sicurezza dei vostri figli». In sostanza, la sindaca con l’assessore Cerullo e il dirigente dell’area tecnica del Comune, Carmine Salerno, sostengono che due sono i motivi che hanno spinto a decidere per la dichiarazione di “inadeguatezza” statica degli edifici: la prevenzione a tutela dell’incolumità degli alunni e l’opportunità di ottenere gli 11 milioni di euro di finanziamenti erogati dalla Regione Campania. Come se dicessero: gli edifici sono poco sicuri e, inoltre, senza “evidenziare” tale problematica non è possibile accedere al bando e ottenere il finanziamento. Una buona notizia per la comunità, secondo i “comunali”, tant’è che Cecilia Francese, forse un po’ ingenuamente, durante l’infuocato incontro coi genitori in municipio, ha dichiarato: «Pensavo che eravate venuti a ringraziarmi, visto che siamo i primi a mettere mano al problema dell’edilizia scolastica»; dichiarazione che ha ottenuto l’effetto di surriscaldare ulteriormente gli animi. A chi le obietta che in Comune lo sapevano da tempo, la sindaca risponde che la notizia dell’assegnazione dei fondi è di poche settimane precedente all’annuncio, un tempo irrilevante ai fini della risoluzione della questione scuole.
Diversa la lettura degli stessi eventi fatta dai genitori degli alunni “esodati” e da alcuni esponenti dell’opposizione politica. Nel corso degli incontri tra la sindaca e i genitori, si sono levate critiche feroci indirizzate a Cecilia Francese. Per le famiglie costrette ad accompagnare i figli a scuola lontano dal quartiere di residenza, il “Comune” ha sbagliato, sia nel metodo sia nei tempi. Per molti, la scuola Fiorentino e soprattutto la scuola Siani (i cosiddetti “padiglioni”) sono ospitate in edifici relativamente sicuri, che potrebbero essere utilizzati ancora per anni, almeno fino a quando non saranno già pronti i nuovi plessi. In qualche modo si vuole insinuare che la presunta vulnerabilità è solo teorica, ed è stata certificata dai periti incaricati dal Comune di Battipaglia al solo fine di “mettere le carte a posto” per poter partecipare al bando e ottenere i soldi dalla Regione. E comunque, anche se era inevitabile procedere in questo modo, si poteva avvisare prima le famiglie; così come si poteva procedere per tempo ad allocare delle classi negli altri istituti o presso altri immobili fittati dal Comune.
Come si vede, di un fatto certo si sono date due ricostruzioni completamente differenti, che portano a giudicare la scelta operata come ottima o pessima. Tenendo separata l’opinione di chi scrive dalla descrizione di quanto accaduto, è possibile tentare una sintesi delle due posizioni così divergenti. Hanno ragione i genitori a manifestare il disagio connesso al trasferimento dei figli presso altri istituti; i motivi sono tanti e facilmente intuibili. È altresì innegabile che un Comune in sostanziale dissesto finanziario debba percorrere tutte le strade utili a ottenere soldi per le opere pubbliche; da questo punto di vista va considerato un successo quello ottenuto da Francese & co. Questo dato di fatto non attenua il biasimo per l’improvvisazione mostrata nell’affrontare un problema di tale portata. Se pure fosse vero che solo a fine luglio si è saputo della disponibilità dei fondi regionali per l’edilizia scolastica, nulla impediva – anche senza avere la certezza di ottenere quei fondi – di elaborare teoricamente un piano d’emergenza per risolvere per tempo tutti i problemi legati alla prevedibile chiusura delle due scuole (ripartizione delle classi negli altri istituti, opere di adeguamento degli edifici delle scuole ospitanti, organizzazione del trasporto pubblico degli alunni), senza aspettare la fine di agosto per svelare il “segreto” alle famiglie e cominciare con colpevole ritardo a pensare alle soluzioni. Allo stesso modo, trovo censurabile la dietrologia “complottista” e spesso qualunquista che serpeggia nella parte meno informata dell’opinione pubblica e alberga nelle menti degli oppositori meno lucidi. L’augurio è che si sia imparata la lezione e che il primo ottobre la campanella suoni per tutti.