Sei di Battipaglia se… ricordi
Su Facebook, su Sei di Battipaglia…il vero!, il gruppo con più di 20mila iscritti, amministrato da Vincenzo Cesaro e Alfonso Mezzullo, da qualche tempo gli utenti hanno dato vita spontaneamente a un amarcord, nel quale sono stati pubblicati centinaia di ricordi relativi alla Battipaglia che fu, anche con riferimento alla gente che vi è vissuta e l’ha resa viva.
Così si legge “Sei di Battipaglia se ti ricordi il cinema TingTing”, o ancora “Sei di Battipaglia se compravi il “Levi’s” da Lady R”, “se ricordi il Bar Diana”, “se ricordi il professore Alberto Pirpan”, “il clochard Gabriele”, “o piattar”…
C’è chi scrive con un velato rammarico “Sei di Battipaglia se ricordi che per tanti anni abbiamo avuto ben tre cinema funzionanti: Garofalo, Alambra ed Esperia”; chi scherza “se ti ricordi tutte queste cose non sei di Battipaglia, sei vecchio”.
Io non li ho questi ricordi, sono troppo giovane del resto. Eppure, leggendo i vari post, e cogliendone la tenera nostalgia, è come se anche io fossi stato a “girare e rigirare ore e ore intorno alla fontana di piazza Madonnina”, e come se anche io avessi assaggiato almeno una volta “la granita della drogheria Rocco”. E, di colpo, quella nostalgia appartiene anche a me.
Dal greco, nostalgia significa letteralmente ‘dolore del ritorno’. Rimanda agli eroi dei poemi omerici, che patendo le conseguenze di un fato avverso, vagano per il mare, in preda alle tempeste, sempre più lontani da casa, e ne provano dolore. Come ci insegna Omero, soltanto Ulisse riuscirà a ritornare. ‘Lui che sopporta, china il capo, sino in fondo. Non fugge mai dal tempo, dove nuota come nella sua acqua nativa: abita ogni attimo di presente. Eppure non si lascia inghiottire dal presente: ha sempre nella mente una méta, un obiettivo, un futuro.’* I suoi compagni no: non hanno saputo rispondere adeguatamente alle prove che il destino pose loro davanti. E ne hanno subìto le conseguenze.
Sta a noi seguire l’esempio di Ulisse o il vano essere dei suoi compagni. Se vogliamo ritornare ad Itaca, però, la risposta è soltanto una. I ricordi sono sani, purché edifichino e non paralizzino. Se impariamo ad abbracciare il passato con il ricordo, e il futuro con desiderio, Battipaglia ce la farà.
* Riadattato da ‘La mente colorata’, di P. Citati