Senza esclusione di colpi

[di Stefania Battista]

A sei mesi dall’insediamento del nuovo Consiglio comunale, il clima che si respira nell’aula consiliare è tutt’altro che pacifico. Non un normale dibattito maggioranza-minoranza, piuttosto una contrapposizione dura che ha avuto momenti di aspro conflitto durante le ultime riunioni dell’assise cittadina. A chiedere che si giunga a una maggiore dialettica e collaborazione è il presidente del Consiglio Angelo Cappelli che, esasperato dagli ultimi battibecchi culminati in uno strano andirivieni di consiglieri dall’aula, maggioranza prima e opposizione dopo, ha esclamato: «Davvero è un circo». Calmatosi ci offre una riflessione: «La contrapposizione tra maggioranza e minoranza è giusta e legittima. È il gioco delle parti. Ma ci vorrebbe più collaborazione. Magari se si discutessero di più le proposte in commissione, invece di portarle direttamente in aula, sarebbe possibile vagliarle con più obiettività e serenità. E non si arriverebbe allo scontro muro contro muro».
Contesta invece una mancanza di apertura da parte della maggioranza Maurizio Mirra, consigliere di Civica Mente. «Basterebbe accettare il dialogo per evitare la contrapposizione. Invece ci troviamo di fronte a molti consiglieri con il coltello tra i denti. C’è poca lungimiranza e si va troppo sul personale. Qualsiasi proposta che venga dall’opposizione viene bocciata solo per questo».
Spiega con molta logica e calma l’atteggiamento dell’opposizione, dopo le dure accuse ricevute per essere usciti dall’aula al momento della votazione sui posti per la vendita ambulante fuori mercato, la consigliera di Liberali e Solidali Azzurra Immediata: «La minoranza ha pochi strumenti di contestazione. Uno di questi è abbandonare l’aula per far percepire il proprio dissenso. È un gesto politico, nel caso specifico c’era una ragione importante: l’ordine del giorno era stato integrato meno di 48 ore prima del Consiglio comunale. Noi consiglieri, su un argomento così importante, non abbiamo avuto alcun modo di leggere gli atti. E non si venga a dire che c’era urgenza, perché che lo stato di emergenza Covid sarebbe terminato il 31 marzo lo si sapeva da tempo. Era stato preannunciato già a fine febbraio. Quindi si sarebbe potuto tranquillamente preparare la documentazione per tempo e darci modo di esaminarla. Invece, si nega all’opposizione un diritto fondamentale, quello di controllo. Non possiamo esprimere un voto consapevole su ciò che non abbiamo neppure letto. Si tratta, tra l’altro, di argomenti delicati, sui quali ci sono anche procedimenti giudiziari in corso. Insomma non possiamo votare a scatola chiusa, come vorrebbe la maggioranza».
Una maggioranza che, invece, attraverso il gruppo di Etica, quello più vicino alla sindaca Cecilia Francese, ha accusato l’opposizione di irresponsabilità per aver lasciato l’aula su un argomento importante.
Chi ha ragione non tocca a noi dirlo. Certo più dialogo e meno battibecchi darebbero una immagine migliore.

23 aprile 2022 – © riproduzione risevata

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