Sfida all’ultimo libro
[di Francesco Di Concilio]
L’ultima volta che sono entrato al liceo è stato diciassette anni fa, per la maturità. Questa volta, però, le domande le ho fatte io. Ma andiamo con ordine. Venerdì 28 aprile, liceo Medi. Da tempo Giovanni mi aveva chiesto di presentare SAUL (Sfida all’ultimo libro). Da tempo avevo accettato. L’idea era stupenda, il regolamento studiato nel dettaglio, un lavoro di mesi, minuzioso, compiuto da persone straordinarie, che avrei rischiato di rovinare di lì a poco. L’auditorium comincia a riempirsi, la giuria a prendere posto, la mia lingua a seccare. Buio in sala, parte la presentazione.
Si riaccendono le luci e vedo i volti sorridenti, i ragazzi emozionati. È fatta. Hanno già vinto.
Le squadre salgono sul palco, sostenute dai cori ultrà arrivati a sostenerli dal Ferrari e dal Besta-Gloriosi, si spartiscono quattro sedie in quindici e si preparano alla sfida.
Renata, la presidente di giuria di questa semifinale, mi consegna una busta dopo l’altra percorrendo svariati chilometri. I giochi si avvicendano, la clessidra risucchia il tempo, le lingue penzolano strette tra le labbra serrate. Rumori di sedie, colpi di tosse, suoni di giocattoli per cani si mescolano ai sussurri dei compagni nel pubblico, allo sguardo orgoglioso e apprensivo degli insegnanti. A ogni domanda si vincono libri e le pile di libri per l’una e l’altra squadra crescono a vista d’occhio, finché non arriva il momento di invocare i Grandi dei Quiz del passato per il “domandone” finale. Il silenzio è assordante. Con la tensione ci si può suonare il contrabbasso. Tutti, me compreso, sono in attesa dell’interrogazione. Il Besta-Gloriosi è in vantaggio, l’ultima domanda vale dodici libri, il Ferrari è sotto di dodici. Ma in quel momento nessuno lo sa.
Leggo la domanda. Il Ferrari si prenota. Il capitano risponde. È esatto.
Dalla curva nord-ovest si alza un boato, ma è tutto l’auditorium che festeggia, tutti pensano di aver vinto. Almeno finché l’assessora alla cultura, con nonchalance istituzionale, annuncia il pareggio.
I ragazzi mi guardano, io guardo i ragazzi, insieme guardiamo la giuria come a dire “Ma cosa sta succedendo?”.
Parità. Ma tanto ci sono le domande di riserva. Parità. Finiscono pure le domande di riserva.
La giuria è sconcertata, il pubblico in visibilio, qualcuno ipotizza di finirla a carta-forbice-sasso, ma è rischioso pure quello. Finalmente, arriva la domanda che scioglie ogni dubbio: il Besta-Gloriosi va in finale, i ragazzi del Ferrari si sono battuti con il coltello tra i denti ma adesso è ora di pranzo e bisogna tornare a casa ed usare le forchette.
Sabato 29 aprile, salotto comunale. Si scontrano Medi e ProfAgri: stessa scena, stessa tensione, stessa voglia di far bene, un’immensa voglia di giocare. Si parla di libri, si ride, si scherza e si battibecca con la giuria. Vince il Medi. Il capitano del ProfAgri alla fine mi ferma e mi dice: “Avranno pure vinto loro, ma tu sei vestito stile agrario”, nodo in gola, schiocchi di mani e fine.
La finale mercoledì 31 maggio. Ancora tutta da scrivere.
20 maggio 2023 – © riproduzione riservata